Ricercatori Ibm al lavoro sulla tecnologia a 7 nanometri e oltre

Tre miliardi di dollari investiti per lavorare, nei prossimi 5 anni, sui materiali e progettare dispositivi in linea con cloud computing, Big data e sistemi cognitivi.

Riguarda la cosiddetta tecnologia del silicio a “7 nanometri e oltre” e affronterà i problemi dei materiali che limitano le tecniche utilizzate per ridurre le dimensioni fisiche dei semiconduttori il primo programma di ricerca e sviluppo su cui Ibm ha annunciato la volontà di investire 3 miliardi di dollari.

Del medesimo investimento, per i prossimi 5 anni, farà inoltre parte una ricerca sullo sviluppo di tecnologie alternative per i chip dell’era post-silicio chiamati a risolvere limiti fisici significativi, come larghezza di banda, memoria, comunicazione ad alta velocità e consumi di energia sempre più critici e impegnativi.

In questo modo, oltre a esplorare i limiti della tecnologia del silicio a 7 nanometri, i ricercatori Ibm intendono mettersi al lavoro per il futuro identificando quando necessario per soddisfare i requisiti posti dal cloud computing e dalle applicazioni Big data.

Gli esperti provenienti dai centri di ricerca Ibm posizionati ad Albany e Yorktown, nello Stato di New York, ad Almaden, in California e a Zurigo, in Svizzera, saranno coinvolti su aree emergenti, quali: nanoelettronica al carbonio, fotonica del silicio, nuove tecnologie di memoria e architetture che supportano cognitive computing e quantum computing.

Per tutti l’obiettivo sarà migliorare di un ordine di grandezza le prestazioni a livello di sistema e di calcolo e ottenere più efficienza dal punto di vista energetico.

Di certo c’è che la miniaturizzazione dagli attuali 22 nanometri a 7 nanometri e forse oltre, entro la fine del decennio, richiederà un investimento significativo e l’innovazione nelle architetture dei semiconduttori, così come l’invenzione di nuovi strumenti e tecniche per la produzione.


Il ponte verso l’era “post-silicio”

I transistor in silicio che trasportano le informazioni su un chip si stanno, ormai, avvicinando al limite fisico. Le dimensioni sempre più piccole, che ora raggiungono la nanoscala, non produrranno più sostanziali vantaggi in termini di minor consumo, minor costo e processori a più elevata velocità a cui il settore è ormai abituato.

Costruire i sistemi del futuro significa, inoltre, reperire materiali innovativi, come i nanotubi di carbonio, e realizzare configurazioni di architettura dei circuiti compatibili con i nuovi processi computazionali.

Ancora una volta, la posizione privilegiata di Ibm sul resto del mercato, arriva da oltre 2.500 brevetti e domande di brevetti detenute per tecnologie destinate a generare progressi nel silicio a 7 nanometri e oltre.

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