HP Moonshot, quanta potenza nei chip mobile

La presentazione italiana dei nuovi server è l’occasione per capire meglio come le nuove “cartucce” potranno soddisfare sia le esigenze dei service provider sia delle grandi aziende usando i processori che solitamente troviamo a bordo di tablet e smartphone.

Uno dei primi grandi utenti
dei nuovi server Moonshot di HP è HP stessa. La società sta infatti usando le
nuove “cartucce” per gestire il suo sito www.hp.com,
che registra una media di 3 milioni di visite giornaliere. “E tutto funziona alla perfezione”, ha
commentato Rosalba Agnello, Industry Standard
ServerCountry Manager, HP Italia.

Se vogliamo questa è la
riprova che “l’idea di usare processori a
64 bit solitamente impiegati in smartphone e tablet può comunque rendere disponibile
una potenza di calcolo tale da far fronte alle esigenze di una grande azienda.
Ovviamente se i server sono adeguatamente configurati, in modo da soddisfare le
specifiche necessità
”, ha sottolineato Rosalba Agnello. Non dimentichiamo
infatti che i nuovi Moonshot nascono per essere impiegati tanto nei datacenter
dei service provider quanto in quelli di aziende che devono svolgere attività
di financing, high perfomance computing o di analytics.

Un aspetto focale della nuova
gamma Moonshot, che va ad ampliare l’offerta senza (per il momento) sostituire
alcun modello a listino, è appunto quello poter di essere proposta come parte
di una soluzione personalizzata e ottimizzata per operare con applicazioni
specifiche.

Stiamo lavorando molto intensamente a fianco dei nostri partner, sia
sul versante software sia su quello hardware, in modo da rendere disponibili molto
velocemente soluzioni ah hoc. Al massimo, nel giro di qualche mese
”, ha
affermato Gianluca
Gamberoni
, Proliant
Product Manager, HP Italia. Una
dichiarazione di intenti in linea con la roadmap presentata dall’azienda, che
prevede la disponibilità in commercio dei nuovi server a partire dalla seconda
metà dell’anno.

Assieme ai suoi partner (sono
25 quelli che attualmente stanno lavorare in ambito Moonshot), HP si farà
carico da ogni aspetto inerente l’ingegnerizzazione in modo da consentire agli
utenti di non apportare alcuna modifica alle strutture attualmente in uso. “Utilizzeranno gli stessi rack e la stesso
sistema di alimentazione
– ha precisato Gamberoni – a tutto il resto penseremo noi e le aziende che stanno lavorando al
nostro fianco
”. Chi deciderà di optare per la nuova offerta Moonshot potrà
però sfruttare l’indiscusso vantaggio di usare cartucce che, secondo i dati
forniti dalla stessa HP, rispetto ai server tradizionali riducono il consumo energetico
dell’89%, lo spazio dell’80% e i costi del 77%. Caratteristiche che permetteranno
di inserire all’interno di un unico rack standard fino a 1.800 server Moonshot.

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