Puntiamo tutto sulla tecnologia

Lo sostiene Toshiba che fa dei suoi notebook un prodotto sempre più attento anche all’utenza prosumer. E intanto Pieter Ickx dall’Italia guarda a 70 Paesi emergenti

Non interessa il prodotto fashion a Toshiba. «Avevamo valutato diversi brand – spiega a Computer Dealer &Var Pieter Ickx, fresco di nomina a general manager emerging Emea markets & Italy della società -. Lamborghini, Bmw, Porsche ci avevano contattato, ma poi abbiamo desistito perché riteniamo che il nostro brand sia forte e non abbia bisogno di essere lanciato da una marca extrasettore». Ben vengano i canali alternativi, spesso associati a questo genere di operazione di co-brand. Ma senza per forza andare in una vetrina tra macchine o moto. «Al momento i ritorni di queste operazioni – è ancora il parere di Ickx – non giustificano gli investimenti». Piuttosto il manager demanda ai distributori il compito di trovare canali alternativi: «Vedo che i nostri partner di canale (Brevi, Cdc, Datamatic, Esprinet, Ingram Micro e Tech Data – ndr) lo stanno facendo. Un po’ per bilanciare la Gdo/Gds, un po’ per trovare nuovi partner recettivi». Perché per Toshiba è importante il volume. Lo dice anche Oscar Koenders, responsabile dell’elaborazione e dell’implementazione delle strategie marketing di Toshiba Europe. Tant’è che l’azienda sembra volersi lasciare alle spalle la nomea di azienda di notebook per il mondo professionale, per affascinare anche un utente che con il pc vuole “divertirsi”. Per questo, dopo aver creduto nella tecnologia Dvd, ora è pronta per l’Hd- Dvd. «Garanzia di compatibilità – ripete più volte Koenders – e di continuità rispetto alle scelte che hanno fatto i nostri concorrenti con Blu- Ray». Ma non è l’utenza da primo prezzo a interessare Toshiba. Così vale per i canali. «Siamo un’azienda che fa tecnologia e ricerca tecnologica (si parla di 10 miliardi di dollari in R&d – ndr) che per noi, in un certo senso è un impegno sociale – si spinge a dire Ickx -, perché senza ricerca tecnologica non c’è sviluppo». Il manager ora è molto impegnato sui Paesi Emea emergenti. Se ne contano 70 sotto la sua responsabilità divisi in sei Region, dal Nord al Sud dell’Europa. Insieme equivarrebbero al 40% del territorio mondiale che, con 1,6 miliardi di abitanti e un mercato attuale di circa 2,9 milioni di notebook, rappresentano un’enorme potenzialità di crescita per l’azienda. Ma Ickx non dimentica l’Italia e afferma: «È un Paese che ha bisogno di cultura It. E questa la fa ogni giorno il rivenditore che con esperienza e pazienza risolve i problemi del cliente suggerendo nuove opportunità tecnologiche. Io sono per valorizzare il lavoro di questi rivenditori. Lo sento un dovere etico sostenibile: dargli la giusta linea di credito, sostenerlo per fargli fare il giusto fatturato». Anche così la tecnologia fa crescere una nazione.

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