Oracle inonda l’Ecm con Tsunami

Secondo Ovum, la società lancerà entro fine anno un prodotto per la gestione dei contenuti non strutturati.

Oracle si accingerebbe a entrare nel ricco mercato del content management. E si potrebbe trattare di un ingresso che non passerà inosservato, almeno a giudicare dal nome in codice scelto dalla società (Tsunami) per definire l’iniziativa.


Per ora, va detto, si tratta solo di indiscrezioni, svelate alla stampa da un analista della socierà di ricerca Ovum. Indiscrezioni comunque confermate, in parte, da Oracle stessa, che ha di recente parlato del proprio impegno per migliorare l’offerta in materia, a beneficio, in particolare, delle future release di Oracle Collaboration Suite.


Va detto che alcune funzionalità base di Ecm (Enterprise content management) Oracle già le offre ai propri clienti, mediane il Content Management Sdk per l’application server 10g (gamma di tool in precedenza chiamata Internet File System). Ma, appunto, si tratta di funzionalità “base”.


Dando credito alle congetture, invece, sarebbe prevedibile entro fine anno l’ingresso di un vero e proprio nuovo prodotto che integrerà funzioni di Ecm all’interno delle applicazioni business Oracle.


Secondo Ovum, Oracle sta guardando con attenzione, e da lungo tempo, alla gestione dei dati non strutturati (documenti, immagini, messaggi e-mail), come una sorta di naturale estensione della propria supremazia nei database.


Tempo nel quale invendor avrebbe in sordina già sviluppato funzionalità di Ecm.


Del resto, è cosa nota che la casa di Larry Allison non avrebbe disdegnato di mettere le mani su Documentum, prima che lo specialista dell’Ecm fosse acquisito da Emc. Ma, nel pieno della tempesta scatenata dal caso PeopleSoft, Oracle ha evidentemente optato, in questo caso, per la via dello sviluppo interno.


Sempre secondo Ovum, l’iniziativa di Oracle si porrà in competizione soprattutto con Microsoft SharePoint per la conquista del mercato medio-alto, dato che l’offerta sembra puntare anche sulla scalabilità. Ma ciò significa costringere a stare in guardia tutti quelli che operano nel settore dei contenuti non strutturati, da Ibm agli specialisti come FileNet e la sopracitata Emc.

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