Home DVB-T2 Nuovo digitale terrestre: perché dovremo usare DVB-T2 e HEVC

Nuovo digitale terrestre: perché dovremo usare DVB-T2 e HEVC

Nel nuovo digitale terrestre che partirà da luglio 2022 è fondamentale adottare standard di trasmissione e compressione più efficienti per mantenere la stessa offerta di canali in termini di quantità e qualità. Questo perché la cessione di parte della banda al 5G comporterà il “taglio” di 12 canali UHF (49-60 – in gergo “secondo dividendo digitale”) che si vanno ad aggiungere ai 9 persi con il lancio dei servizi 4G/LTE (61-69 – primo dividendo digitale).

Il DVB-T2, che verrà utilizzato per tutti i canali radiotelevisivi, adotta le più moderne tecniche di modulazione e codifica di canale. Consente di raggiungere prestazioni vicine all’ottimo teorico e garantire vantaggi tangibili in termini di incremento di capacità trasmissiva a parità di banda occupata (+50% rispetto al DVB-T) oppure di copertura del territorio a parità di potenza irradiata a tutto vantaggio delle emissioni elettromagnetiche.

Configurazioni più flessibili

In pratica, con il DVB-T2 è possibile ottenere configurazioni del sistema più flessibili in relazione alle caratteristiche della rete di trasmissione e garantire un’efficienza trasmissiva significativamente più elevata rispetto all’attuale DVB-T. Non solo. Il DVB-T2 può essere protetto in modo differente contro il rumore e le interferenze per ottimizzare le prestazioni in base al terminale e alla tipologia di ricezione (fissa o mobile).

Grazie a tutte le tecnologie e innovazioni di cui dispone, il DVB-T2 consente un incremento della capacità trasmissiva fino al 70% rispetto al DVB-T se abbinato a un codec ad alta efficienza come l’HEVC.

Nuovo digitale terrestre confronto standard
A confronto l’occupazione di banda da parte degli standard che abbiamo usato e che useremo per il digitale terrestre

Il DVB-T2 da solo non basta

Il passaggio dal DVB-T al T2 del nuovo digitale terrestre non è in grado di compensare da solo la drastica riduzione della banda UHF e deve quindi essere abbinato a tecnologie di compressione più moderne e performanti.

Oggi tutti i canali digitali terrestri trasmessi a definizione standard (576i), anche quelli che occupano l’arco di numerazione 5 (500-599) teoricamente riservato principalmente ai canali HD, utilizzano lo standard MPEG-2.

È stato introdotto nel lontano 1994, utilizzato prima nei DVD e poi nelle trasmissioni satellitari DVB-S e terrestri DVB-T garantendo immagini di buona qualità con bitrate ridotti (4-9 Mbps) e un forte risparmio di banda.

In un’epoca dove ormai l’alta definizione la fa da padrone, l’Ultra HD è in piena affermazione e già si parla di 8K, l’MPEG-2 usato oggi per la definizione standard è ormai obsoleto e inadatto ad affrontare l’ennesimo taglio di risorse frequenziali come quello del prossimo switch-off che porterà al nuovo digitale terrestre.

I canali terrestri in alta definizione come Rai 1 HD, Canale 5 HD e La7 HD utilizzano invece lo standard MPEG-4 AVC (H.264), ormai diffusissimo a livello mondiale e utilizzato già da tempo anche per i canali e i contenuti a definizione standard via internet, satellite, ecc.

Il concetto alla base dello standard H.264 è la predizione intraframe che permette di distinguere gli oggetti in movimento da quelli statici semplificando il processo di digitalizzazione e riducendo lo spazio occupato. Indicativamente consente un risparmio di banda del 70-80% rispetto all’MPEG-2 e del 40-50% rispetto all’MPEG-4 a parità di qualità video. Secondo la roadmap stilata dal MISE, l’H.264 prenderà il posto dell’MPEG-2 su tutti i canali terrestri a partire dal 1° settembre 2021.

Il secondo e ultimo step dello switch-off introdurrà lo standard High Efficiency Video Coding (HEVC o H.265) su tutti i canali terrestri in abbinamento al DVB-T2 a partire dal 1° luglio 2022. Già impiegato da tempo nei dischi Blu-ray UHD 4K, dai canali satellitari 4K e dallo streaming IP, permette di raddoppiare il rapporto di compressione dati rispetto all’H.264 (50% di risparmio), migliorare la qualità video a parità di bitrate e supportare i formati ad altissima definizione come il 4K e l’8K.

rilascio switchoff nuovo digitale terrestre

Per ottenere questi risultati è stata aumentata la densità di pixel del blocco di codifica (da 16×16 a 64×64 pixel) così da sfruttare meglio la correlazione tra pixel vicini, utilizzando partizioni complesse (es.: rettangolari e combinate) al posto dei precedenti macroblocchi, migliorando l’accuratezza delle tecniche di predizione e ottimizzando il sistema di trasmissione dei vettori in movimento all’interno del flusso video.

Più semplice avere canali HD

Nel nuovo digitale terrestre, l’accoppiata DVB-T2 HEVC eviterà la perdita di decine di canali televisivi in SD/HD e agevolerà anche il passaggio all’HD per quei canali che non avevano banda sufficiente e che dovevano necessariamente traslocare sul satellite.

Dopo alcuni test, la Rai ha spiegato che, nonostante il dimezzamento dei mux a sua disposizione (da 5 a 2,5 – vedi dettagli più avanti), da luglio 2022 potrà trasmettere fino a 14 canali nazionali e tematici in HD (oltre ad alcuni regionali in base al contratto di servizio) con una qualità paragonabile a quella attuale e anche un canale UHD (Rai 4K) di buona qualità (bitrate 15 Mbps).

Ricordiamo che per verificare se i TV o i decoder posseduti sono compatibili con DVB-T2 e HEVC Rai e Mediaset ha reso disponibili dei canali di test ai numeri 100 e 200 del telecomando.

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