Metodi di pagamento: italiani fedeli al contante

Carte di credito, bancomat e moneta elettronica in generale non incontrano ancora i gusti di chi, contanti in tasca, si sente più sicuro nel gestire non solo l’imprevisto. Lo dice un’indagine Doxa commissionata da Wincor Nixdorf.

Ben lontani dai vicini cugini d’Oltralpe, dove anche il caffè e il pane si pagano con crescente consuetudine utilizzando la moneta elettronica, gli italiani continuano a sentirsi rassicurati dal contante. Lo dice un’indagine Doxa commissionata da Wincor Nixdorf, produttore e implementatore di soluzioni e servizi integrati a uso e consumo dei settori bancario e retail.

Lo stesso che potrebbe mostrarsi preoccupato vista la fotografia scattata dalla storica società di ricerche di mercato a capitale interamente italiano, secondo la quale, il nostro è un popolo che, a dispetto delle innovazioni nei metodi di pagamento introdotte in maniera costante negli ultimi anni, conferma la propria passione per il denaro contante.

Il responso delle oltre 800 interviste realizzate lo scorso mese di settembre, attraverso il metodo Cati (Computer assisted telephone interview), a un campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra i 18 e i 75 anni, sentenzia senza possibilità di appello che 6 italiani su 10 non uscirebbero mai di casa senza almeno qualche “spicciolo” in tasca.

«Il che, al di là della scontata necessità di affrontare le piccole spese quotidiane – afferma senza timor di venir smentita Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa -, denota la funzione rassicurante che permea il portare denaro contante con sé per far fronte a imprevisti di qualsiasi tipo, compresi acquisti non programmati o d’impulso».

Com’è logico aspettarsi, ad affidarsi alla moneta “frusciante” e non sono soprattutto i più anziani (65-75 anni), prevalentemente residenti in centri abitati di piccole dimensioni localizzati al Sud e nelle Isole. «Altrettanto ragionevolmente – prosegue Scarpino – la quota di 65 euro che, mediamente, gli italiani hanno in tasca, aumenta negli individui di sesso maschile, rispetto a donne e giovani con disponibilità economica notoriamente minore».

Numeri che, da soli, spiegano prelievi di denaro contante che, in media, gli italiani compiono 2 volte alle settimana per un importo medio di 136 euro. A colpire, semmai, è il ricorso ai bancomat per strada praticamente paritetico ai prelievi effettuati direttamente in banca, presso il cassiere. «A quest’ultimo, ancora una volta – è la conferma -, ricorrono prevalentemente persone anziane, che abitano in piccoli centri, ma anche i non occupati».

Seguendo il processo razionale individuato da Doxa, e considerando che la soglia psicologica per ricorrere a bancomat o carta di credito si assesta attorno ai 143 euro, «appare logico supporre che coloro che spendono poco ritengano non ci sia bisogno di farlo utilizzando moneta elettronica di qualsiasi tipo». Lo dimostra anche il fatto che gli italiani interpellati ricorrono a questo genere di pagamento soprattutto per lo shopping e la spesa al supermercato.

Viceversa, ai caselli autostradali e al ristorante, solo 3 connazionali su 10 fanno ricorso alla banda magnetica o al microchip. «Tuttavia – stando a quanto emerso dall’indagine presentata dall’amministratore delegato di Doxa -, se di luoghi in cui gli italiani gradirebbero trovare uno sportello bancomat si parla, questi sono senz’altro posizionati all’interno di piccoli punti vendita, ma anche presso gli uffici degli enti pubblici e nelle stazioni di servizio».

Al di là della visione di un burocrazia «resa più veloce e snella dal ricorso a pagamenti elettronici», non manca chi vedrebbe volentieri un dispositivo Atm (Automated teller machine) posizionato in ufficio, nei parcheggi, all’interno dei cinema e delle discoteche «quest’ultimi citati prevalentemente dai giovani, che prelevano più spesso al bancomat ma per importi minori rispetto alla già citata media di 136 euro» sottolinea Scarpino.

Così, tra chi preferisce il contante e chi la carta di credito, tra chi cerca di limitare le proprie spese e chi spende anche oltre le proprie possibilità, sono almeno 4 gli stereotipi individuati da Doxa dai quali emergono altrettante tipologie di comportamento. Parliamo dei “ragionieri”, dei “feticisti”, dei “virtuali” e dei cosiddetti “splendidi”.

Nella prima categoria rientrano soprattutto gli italiani “medi”, prevalentemente genitori, tra i 40 e i 60 anni, attenti al risparmio più che ai pagamenti, che amano il contante ma ricorrono anche alla moneta elettronica. Dal canto loro, i “feticisti” «paiono godere del piacere tattile delle banconote, sono prevalentemente anziani, pensionati, casalinghe e disoccupati che amano il contante per una pura questione di abitudine, senso di autonomia, sicurezza e comodità».

Complemento esatto di quest’ultimi, i “virtuali” sono sempre al passo con le novità introdotte sul mercato dei pagamenti. Per lo più concentrati nei grandi centri abitati, prevalentemente imprenditori, impiegati quadri e dirigenti con un livello di istruzione alto, nell’indagine Doxa vengono definiti il “popolo della strisciata”, «in quanto – sottolinea Scarpino – distanti dall’uso del contante e più vicini al pagamento elettronico e agli acquisti online».

Un capitolo a sé è, invece, quello degli “splendidi” che, nella peggior miscellanea sociale, «dove l’imperativo è spendere a ogni costo», esibiscono il contante ma amano la moneta elettronica. Di buona famiglia, tipicamente di sesso maschile, sono in prevalenza giovani studenti o in cerca di prima occupazione che, con un eccellente disponibilità di spesa, in pieno spirito esibizionistico, utilizzano la carta di credito per realizzare una parte del proprio “io”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome