Gli italiani restano prudenti sul credito al consumo

Un’indagine Findomestic evidenzia come ci sia ancora molta resistenza al ricorso ai prestiti per l’acquisto di beni durevoli

Gli italiani si confermano piuttosto prudenti nel ricorso al credito ma sono abbastanza soddisfatti dal servizio offerto dagli istituti. È quanto rileva l’Osservatorio 2010 di Findomestic che ha indagato alcuni aspetti chiave nel ricorso ai finanziamenti da parte delle famiglie italiane. Un primo dato  riguarda le tipologie di finanziamento abitaualmente utilizzate: al primo posto si trovano i prestiti personali (41%), seguiti dai finanziamenti sul punto vendita per l’acquisto di un veicolo (38%) e dai mutui per la casa (36%). Sul punto vendita sono stati richiesti finanziamenti per elettrodomestici ed elettronica di consumo nel 22% dei casi e per arredo/mobili nel 16%. L’uso di carte revolving è invece per ora appannaggio di un 19% della popolazione. Gli utenti che negli ultimi 2-3 anni hanno sottoscritto un prestito appaiono in maggioranza soddisfatti: il 56% rifarebbe la scelta di finanziamento effettuata, il 31% tornerebbe invece indietro, mentre il rimanente 13% resta incerto al riguardo. Il 60% del campione si dichiara inoltre soddisfatto dell’assistenza ricevuta in fase di restituzione, il 23% solo in parte e il 17% quasi per nulla.

Debiti per 810 euro a famiglia
L’Osservatorio ha poi indagato la percezione dell’indebitamento delle famiglie italiane, chiedendo agli intervistati di quantificare la rata media complessiva (tra finanziamenti, prestiti e mutui) che una famiglia composta da 3 o 4 persone con un reddito di 2.500 euro si trova a sostenere mensilmente. Gli italiani ritengono che l’impegno mensile medio complessivamente sia abbastanza sopportabile: pari a 810 euro, quindi circa un terzo del reddito familiare disponibile. Solo il 17% pensa che l’attuale impatto delle rate superi la soglia di 1000 euro al mese per famiglia, il 36% ritiene che si aggiri fra i 751 e i 1000 euro, il 20% che sia compreso fra 501 e 750 euro e il restante 27% che sia inferiore a 500 euro.

Poco entusiamo per il finanziamento ai consumi
Un’ulteriore conferma alla nota tendenza italiana alla prudenza nell’indebitamento privato arriva da un’altra sezione dell’indagine Findomestic: le famiglie esprimono infatti la più alta propensione all’utilizzo di un finanziamento per l’acquisto della casa, assegnando a questa possibilità un punteggio di 4.2 punti in una scala compresa tra 1 e 5. Subito dopo, con un indice di 3.8, seguono le evenienze sanitarie (ricoveri, operazioni, cure, dentista, ecc.), finalità che viene apprezzata soprattutto nelle famiglie con figli. Un credito può essere ben motivato anche quando si tratta di investire nell’attività lavorativa (3.7), oppure nel percorso che precede l’inserimento nel mondo del lavoro, come scuole, università, corsi di formazione, ecc. (3.6). Il ricorso al prestito è ritenuto valido anche per le ristrutturazioni edili e le migliorie domestiche (3.6). Meno entusiasmo desta il ricorso al finanziamento per l’acquisto di veicoli (2.9), seguito da quello di mobili (2.5) e di elettrodomestici (2.3). Le famiglie dimostrano un atteggiamento piuttosto cauto anche nell’utilizzo del credito come generico sostegno al budget (2.6), temendo forse di abituarsi, in questo modo, a vivere al di sopra delle proprie possibilità.
 
Più formazione per gli operatori
Ancora più accentuata la resistenza a ricorrere a finanziamenti per l’acquisto di altri beni durevoli, quali informatica domestica (2.0), telefonia, apparecchiature digitali e abbigliamento (tutti a 1.4). Anche le tanto sospirate vacanze, secondo le famiglie italiane, dovrebbero essere godute senza indebitarsi (1.5). Interrogati poi su cosa sia necessario perché ci possa essere un sistema creditizio migliore e più responsabile, gli italiani indicano (86%) una maggior preparazione professionale in chi offre credito. Questo andrebbe completato, prima di sottoscrivere qualsiasi contratto, da chiare simulazioni di quello che potrà essere l’impatto della rata (83%). Non meno importante e avvertito soprattutto dal target dei meno giovani, il fatto di poter offrire, congiuntamente al prestito, idonee garanzie assicurative che coprano eventuali casi di difficoltà o impossibilità a restituire l’importo (83%). Anche la comunicazione dovrebbe essere più misurata: 8 intervistati su 10 dicono che occorrerebbe non far sembrare i finanziamenti troppo facili e, soprattutto nelle zone industrializzate del Nord-Ovest, si inizia diffidare delle offerte a “tasso zero”.

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