LinuxWorld, tra Novell e Sco senza dimenticare Microsoft

La manifestazione che si apre domani offre a Novell l’occasione per mostrare il nuovo assetto e le nuove alleanze, mentre Sco e Microsoft continuano a rappresentare la spina nel fianco della comunità open source

19 gennaio 2004 Alla vigilia dell’apertura del LinuxWorld, occhi e riflettori puntati su Novell, per la quale l’edizione 2004 della manifestazione statunitense rappresenta – secondo una definizione della stampa statunitense – una sorta di ballo della debuttante.
E questo in virtù della direzione strategica presa dalla società, culminata negli ultimi sei mesi, con due operazioni di tutto rilievo: le acquisizioni di Ximian prima e Suse dopo, quest’ultima formalizzata proprio pochi giorni fa.
E proprio al LinuxWorld Novell potrebbe mostrare come il nuovo assetto societario e il nuovo portafoglio prodotti siano di fatto il nuovo motore per riprendere la competizione con Microsoft, là dove era stata abbandonata negli anni Novanta.
Novell dovrebbe infatti annunciare una nuova alleanza con Dell, che dunque andrebbe ad aggiungersi agli altri player del mondo server che già hanno scelto di lavorare su Suse, e una partnership con una start up, Egenera, anch’essa attiva nell’area server, che avrebbe deciso di estendere la collaborazione finora limitata a Red Hat anche a Suse.
Ma il ventaglio delle alleanze dovrebbe essere assai più ampio, e nessuno esclude che proprio il LinuxWorld sarà il palcoscenico prescelto da Novell per far sfilare al proprio fianco, sotto la rassicurante bandiera Suse, che garantisce un non trascurabile lasciapassare per il mercato europeo, anche Veritas, Compuware e Bea Systems.
Per non parlare del committment della stessa Novell, pronta, a quanto dicono gli indiscreti americani, ad entrare in Eclipse, non a caso a fianco di quella Ibm che ha benedetto l’acquisizione di Suse con un’iniezione di 50 milioni di dollari, e a collaborare sempre fianco a fianco con Big Blue nello sviluppo di nuove certificazioni di sicurezza.
Ma se Novell veste l’abito della debuttante, altre aziende si stanno preparando con altrettanta meticolosità all’evento, al quale la partecipazione è ormai un must, soprattutto se si considera che l’evento estivo, lo scorso mese di agosto, ha fatto registrare oltre 11.000 partecipanti.
In attesa dunque che le previsioni di Idc si avverino, e che il mercato di Linux server passi dai 3 miliardi di dollari del 2003 ai 9 attesi tra tre anni, aziende come Veritas e Oracle si stanno scaldando i muscoli, mentre i sostenitori di Linux desktop rilasciano le loro dichiarazioni di intenti, nella speranza che le previsioni comincino ad arridere anche a loro favore.
Ovviamente, in tutto questo contesto, Sco è ben più che una nuvola passeggera.
L’edizione estiva del LinuxWorld si era aperta con l’annuncio da parte della società dei piani di licenza presentati come sanatoria tombale e destinati alle aziende possibili destinatarie di azioni di rivalsa nella disputa sulla proprietà intellettuale su Linux.
Rispetto al mese di agosto, però, la situazione è leggermente cambiata. E non solo perché la società sta presentando in modo dettagliato gli addebiti finora fatti a Ibm (che ricordiamo in questo momento è l’unica con la quale sia stata aperta una vera e propria causa legale), ma anche e soprattutto perché i diversi player attivi sul fronte Linux hanno messo a punto vere e proprie misure di protezione a tutela dei propri clienti che potrebbero in futuro essere chiamati in causa. Lo aveva fatto Red Hat, con un programma di indennizzo indirizzato agli sviluppatori, seguita da Hp e, in tempi più recenti, dall’Open Source Development Labs e da Novell.
Da parte sua, Microsoft non sta certo zitta e, immaginiamo lieta di aver lasciato la parte del lupo cattivo a Sco, in questi mesi si è data da fare e oggi medita sull’opportunità di estendere la sua Shared Source Initiative anche a Office e ad altre applicazioni. In occasione di LinuxWorld la società dovrebbe presentare Servers for Unix Software, un tool gratuito utilizzato per far girare sotto Windows programmi Unix. È evidente che da Redmond la chiara intenzione è incoraggiare ulteriormente la migrazione da Linux verso Windows.
Intenzione contro la quale rema Ibm, decisa a incoraggiare alla migrazione su piattaforma Linux i propri clienti, utilizzando come leva la cessazione del supporto a Windows Nt. Quale migliore occasione?

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