Lezione numero uno: come deve cambiare l’organizzazione quanda cambia l’economia mondiale

La realtà più importante che sta oggi di fronte ad aziende e istituzioni e che vorrei portare alla vosta attenzione è quella dell’integrazione globale. Naturalmente, è molto tempo che il mondo sta diventando globale – non è una novità. Ma diventare glo …

La realtà più importante che sta oggi di fronte ad aziende e istituzioni e che vorrei portare alla vosta attenzione è quella dell’integrazione globale.
Naturalmente, è molto tempo che il mondo sta diventando globale – non è una novità.
Ma diventare globale ha un significato diverso a seconda delle epoche. Oggi essere un’impresa globale è molto diverso da quanto lo era quando la Ibm fu fondata 100 anni fa.

Fin da quando entrò alla C-T-R – la compagnia precedente alla Ibm, nel 1914 – Thomas Watson Sr. pensò che la globalizzazione era inevitabile. Era convinto che un’economia mondiale fosse il futuro – anzi che fosse addirittura il fattore chiave della pace nel mondo.

Quest’ultima speranza non si è concretizzata … finora. Ma il modo di pensare della Ibm, fin dall’inizio, è stato globale.
Per gran parte del 20esimo secolo, questo ha comportato una trasformazione verso quello che gli storici avrebbero più tardi chiamato una “multinazionale”. In questo modello, la casa madre creava versioni ridotte di sè stessa nei vari paesi per poter operare a livello internazionale, superando le barriere costituite dalla grande disomogeneità di regole e procedure commerciali.

La stessa Ibm, a metà del secolo, fu uno dei più chiari esempi di multinazionale.
Tutto questo è cominciato a cambiare negli anni ’80 e ’90, con la riduzione delle barriere commerciali e soprattutto con l’arrivo di Internet. Il risultato è stato un massiccio e globale ribilanciamento, che è ancora in corso.
Da un lato, è il mondo che sta diventando più piccolo e più “piatto”. L’integrazione globale sta creando nuove opportunità economiche, la più importante delle quali è quella creata da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo che stanno entrando a far parte della “classe media”. Stanno diventando consumatori e imprenditori … ed è un evento macro-economico di proporzioni storiche.

Ma questa trasformazione sta anche cambiando il modo in cui lavoriamo. La forma e le operazioni di tutte le organizzazioni – sia le imprese consolidate che quelle appena avviate… le grandi “corporation” e le piccole aziende locali … le istituzioni governative, le comunità e le università – stanno cambiando e dovranno cambiare ancora per molto tempo. L’integrazione globale ci sta obbligando a ridefinire ancora una volta la nostra visione del mondo e a ripensare il nostro ruolo in quel mondo.
Poichè credevamo che questo cambiamento fosse inevitabile, negli ultimi dieci anni abbiamo trasformato la Ibm dal vecchio modello multinazionale in qualcosa di nuovo e di molto più sistemico: in quello che noi chiamiamo impresa integrata a livello globale.

Non è una trasformazione che riguarda solo le opportunità di mercato che vogliamo cogliere… ma anche il modo in cui lavoriamo e facciamo andare avanti la compagnia – dalle vendite al marketing, alle risorse umane, alla ricerca.

Oggi le operazioni della Ibm sono integrate in modo globale. Gli acquisti stanno in Cina, i servizi web li facciamo dal Brasile. Abbiamo decine di laboratori di ricerca e sviluppo in tutto il mondo , compreso quello di Roma che sviluppa componenti software in aree strategiche come il cloud.

Abbiamo anche cambiato il nostro modo di intendere le competenze, le attività di relazione e le responsabilità che le persone Ibm devono acquisire e si devono assumere per far sì che questo modello integrato globale funzioni.

Lasciatemi fare un esempio che riassume tutti questi cambiamenti, nell’area dello sviluppo della leadership.
Nell’era delle multinazionali, si preparavano i futuri leader facendo fare loro delle assegnazioni oltreoceano – in genere per due anni e di solito in mercati maturi. Io stesso ho trascorso periodi in Europa, nel Medio Oriente e in Africa e sono stato a lungo a Francoforte, in Russia, in Italia e in Austria prima di trasferirmi negli Stati Uniti.
Come sistema per gestire lo sviluppo era costoso e limitato a un numero di executive che si può contare sulle dita di una mano.
Oggi, però, questo vecchio approccio da multinazionale non funziona più.

Dobbiamo costruire un’intera generazione di professionisti e di cittadini globali… e il modello delle assegnazioni oltreoceano non è più applicabile.
Perciò tre anni fa abbiamo iniziato un esperimento che abbiamo chiamato Corporate Service Corps. E’ un’iniziativa che riunisce diversi team di persone Ibm ad alto potenziale in tutto il mondo e li manda per un mese in paesi emergenti quali Ghana, Filippine, Turchia e Vietnam.

Lavorano all’interno di comunità insieme a organizzazioni non governative e a leader locali in progetti di sviluppo economico … e per far diventare le città più “intelligenti”. E quando tornano, fanno conoscere quello che hanno imparato ai loro colleghi attraverso i social media.
I risultati sono stati molto incoraggianti. Non solo perchè possiamo estendere questa esperienza su larga scala – a migliaia di persone Ibm anzichè a qualche dozzina – ma perchè questi impegni mirati stanno avendo effetti in termini di trasformazione … sia sulle comunità locali che sulle stesse persone Ibm.

La maggior parte di loro dice che si è trattato di una delle esperienze più significative della loro vita.
E poi, tutto questo ci aiuta a raccogliere sul campo insegnamenti di inestimabile valore sulla realtà di questi paesi emergenti.

Rafforza le relazioni sociali della Ibm. E fa emergere nuove opportunità di business.
Come ho detto, sono secoli che il mondo sta diventando globale … ma il modo in cui questo avviene nel 21esimo secolo è molto diverso rispetto al 20esimo secolo. Essere un leader nel futuro vorrà dire pensare in modo globale … vedere il mondo nel suo complesso.
E non solo dal punto di vista geografico.

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