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Leonardo, la digital transformation secondo Sap

Al MWC di Barcellona, Sap aveva annunciato la nascita di Leonardo, piattaforma destinata a riunire tutte e iniziative legate all’IoT, era stato detto. L’intento era chiaro, la direzione a cui avrebbe portato questa iniziativa un po’ meno, visto che la società tedesca era stata volutamente vaga.

Cinque mesi dopo quell’annuncio, la società tedesca ha riunito partner e clienti per dimostrare di avere ora una chiara strategia riguardo Leonardo, strategia che va ben oltre l’ambito dell’IoT e che porta Leonardo a essere parte integrante (o, se vogliamo, una sorta di collante) di tutta l’offerta Sap. Leonardo è infatti il “digital innovation system”, il pilastro su cui l’azienda intende basare tutte le iniziative volte a portare innovazione all’interno di un’impresa, una piattaforma complessa e articolata, composta da più elementi che comprendono software, servizi e consulenza perché “per consentire una vera trasformazione digitale avevamo bisogno di una proposta che andasse oltre l’Iot – ha affermato Mala Anand, presidente di Sap Leonardo Data & Analytics –. Infatti, la trasformazione digitale non deve essere considerata come una nuova iniziativa It ma è una completa trasformazione dell’azienda, che deve portare a cambiare i processi e i modelli di business”. E Sap è pronta a supportare questa radicale evoluzione proprio tramite Leonardo, “una piattaforma aperta e agnostica nei confronti di qualsiasi costruttore hardware e fornitore di infrastruttura cloud – ha precisato Tanja Rueckert, presidente IoT & Digital Supply Chain di Sap – e che racchiude al suo interno tutte le caratteristiche software, i servizi e le competenze per consentire di risolvere i problemi dei clienti. Questa è la digital transformation, la capacità di chiudere il cerchio”.

In altre parole, Iot, machine learning, data analytics, blockchain, data intelligence, big data e, più in generale, tutto quanto è sinonimo di innovazione e digital transformation, per Sap ricade ora all’interno dell’offerta Leonardo. E questo, come si diceva, sia per quanto i software sia i servizi (o come li chiama Sap, gli Innovation Services) che sono volti a consentire la più rapida implementazione possibile delle soluzioni, perché “per portare un reale vantaggio competitivo, la trasformazione digitale deve essere rapida, non deve richiedere mesi o, ancor peggio, anni”, ha detto Anand. In questo senso, Leonardo è “il primo acceleratore industriale dell’innovazione, per ridurre il tempo dall’ideazione all’implementazione e quindi massimizzare il Roi più velocemente possibile”.

Alcuni delle aziende che stanno già usando la piattaforma Sap hanno portato la propria testimonianza all’evento Leonardo Live

Per consentire a utenti e partner di avere una chiara idea di cosa significhi per Sap accelerazione e, più in generale, innovazione, la società ha creato i Leonardo Center, una sorta di laboratori sperimentali all’interno dei quali si può avere un contatto diretto con l’intero “digital information system” per avere un’idea di come funziona l’innovazione e come questa può trasformare il business. Attualmente ci sono due Leonardo Center (a New York e Parigi) e due stanno per aprire (in India e in Brasile), ma l’obiettivo è creare un più ampio network a livello mondiale.

Leonardo porta una radicale innovazione

Per Sap la parola d’ordine è quindi innovazione, ma un’innovazione che, per essere efficace deve portare a una radicale trasformazione dell’azienda che la attua. Solo in questo modo se ne possono percepire i reali benefici e solo in questo modo, è stato detto da Sap, si può essere sempre davanti nella competizione, evitando il rischio di perdere il contatto con il business. L’obiettivo deve essere quindi puntare al digitale, integrandolo il più possibile nei processi aziendali. “Si va verso la completa automazione – ha detto Frank Coen, Chief Commercial Officer di Sap –. Entro qualche anno automatizzeremo circa l’80% del lavoro attuale: ogni cosa che è hardware oggi diventerà software e tutto quello che potrà essere automatizzato, lo sarà”. E Sap vuole favorire e velocizzare questa transizione, facendo però in modo che digitalizzazione non significhi riduzione delle persone quanto invece che la tecnologia permette alle persone stesse di acquisire nuove competenze e quindi si aprano nuove opportunità.

Una domanda però sorge spontanea: se digitalizzare vuol dire apportare una trasformazione radicale, come si può mantenere il business mentre si fa digital transformation? “Non sovrapponete le due attività – è la risposta di Mala Anand – e procedete con un approccio step by step, solo così si può avere un’efficace scalabilità e arrivare a un’innovazione di successo. L’importante è che non aspettiate a innovare, partite sin da ora”.

E se si un’azienda vuole solo ottimizzare le proprie attività ma non innovare? “Il cambio ovviamene non è così drammatico come con la digital transformation, però l’intervento non può essere limitato a una porzione di azienda, deve essere esteso a tutta le linee di business, coinvolgendo se possibile anche i fornitori”, ha concluso Anand.

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