Le aziende di servizi informatici risparmiano operando dall’estero

La più recente analisi di Gartner riguarda il mondo dell’outsourcing, verso il quale l’analista mostra un significativo ottimismo. Crescono gli accordi di alto valore e i grandi protagonisti dell’industria dei servizi guardano al terzo mondo, in particolare in India e Cina, per trovare forza lavoro

31 gennaio 2003 L’outsourcing di servizi di information technology è un’industria destinata a crescere, ma secondo Gartner Dataquest un fattore essenziale di questa crescita nel 2003 sarà il contributo della forza lavoro straniera, più economica rispetto ai lavoratori della conoscenza di formazione locale. Gartner ha precisato anche che il numero di contratti di esternalizzazione di infrastrutture a più alto valore – i cosiddetti mega-accordi da oltre un miliardo di dollari – sono passati dai nove del 2001 ai 14 dello scorso anno, malgrado i timori relativi a un possibile arresto di questa tendenza.

L’outsourcing di risorse e servizi informatici, delegati a terzi invece di essere gestiti internamente alle aziende, diventa così uno dei pochi segmenti vitali di un mercato stagnante. Ma a fronte della crescente concorrenza da parte di società indiane specializzate, come Infosys Technologies e Wipro Technologies, anche i grandi protagonisti americani dell’industria dei servizi guardano al terzo mondo, in particolare in India e Cina, per trovare forza lavoro da pagare relativamente meno. In una inchiesta condotta nel 2002 su 36 aziende specializzate in outsourcing, il cosiddetto “offshore application management”, in cui la gestione di un parco applicativo viene effettuata da un ufficio non solo esterno all’azienda cliente ma addirittura localizzato in una Nazione estera, veniva indicato come la maggiore opportunità di business per il 2003. Per i service provider americani la seconda più importante opportunità è il cosiddetto “near-shore” outsourcing, in cui le stesse attività vengono svolte da aziende che si trovano in Nazioni più vicine, come il Canada e l’America Latina. La tendenza a delegare all’estero l’operatività di certi servizi ha spinto un sindacato di lavoratori in campo tecnologico, il WashTech, a richiedere uno studio da parte del Congresso americano. Il flusso di attività fuori dai confini degli Stati Uniti induce anche a qualche preoccupazione relativa alla leadership tecnologica degli Usa nel lungo periodo.

Quanto ai principali accordi di outsourcing Gartner indica in Ibm, che condivide un ottavo accordo con Keane, il vincitore di sette dei 14 mega-accordi del 2002. Computer Sciences ne ha sottoscritto uno e Electronic Data Systems due, con diverse trattative ancora in corso per entrambi. Hp e Fujitsu hanno ottenuto il loro primo contratto da oltre 1 miliardo di dollari e Cgi il suo terzo mega-accordo. Nell’arco di 12 anni di storia di questi contratti analizzati da Gartner, Eds e Computer Sciences emergono come i primi dominatori, superati oggi da Ibm che avrebbe 32 contratti in essere contro i 21 di Eds e i 15 di Computer Sciences.

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