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Ibm Watson: il cognitive computing si presenta all’Italia

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Il robot Nao di Aldebaran Robotics, esempio concreto di un’applicazione di Watson

La star è Nao, il robot della società francese Aldebaran Robotics con il cervello di Watson, destinato, nella sua declinazione Connie, a diventare un concierge d’albergo. Ma dietro l’impressionante automa c’è il nuovo mondo del cognitive computing che Ibm ha cercato di spiegare a settecento fra clienti e partner nella giornata di ieri a Milano.
Con la premessa che stiamo parlando di una tecnologia che ha il compito di aiutare gli uomini a prendere decisioni migliori e più fretta, senza sostituirsi a nessuno, gli uomini di Big Blue sono sfilati sul palco per spiegare, come ha fatto il general manager Enrico Cereda, che nel futuro quando tutto sarà digitale “vincerà chi avrà la capacità di coniugare dati e abilità cognitiva”. Impresa tutt’altro che facile visto che l’80% dei dati in circolazione sono dati invisibili, immagini, video sensori. L’era del cognitive computing prevede però che l’abilità congnitiva sia portata dentro prodotti, processi e servizi.

È questo l’obiettivo della tecnologia Watson che Ibm sta sviluppando e che sarà protagonista del primo Centro di eccellenza europeo di Watson Health a Milano, che si aprirà vicino al polo di ricerca Human Technopole Italy 2040. L’iniziativa si inserisce nell’azione del governo che punta a realizzare un hub internazionale per promuovere la conoscenza nel campo della genomica, dei Big data, invecchiamento della popolazione e alimentazione e prevede un investimento da parte della società Usa di 135 milioni di euro.

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Michelle Unger – Ibm

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Alessandro Curioni – Ibm

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Kyu Rhee – Ibm

Le magnifiche sorti e progressive del cognitive computing sono state presentate prima da Michelle Unger, general manager, Cognitive Solutions Ibm Europe, Alessandro Curioni, vice presidente Europe e director Ibm Research e Kyu Rhee chief Health officer Ibm, che hanno raccontato come l’utilizzo dei dati possa cambiare industria e professioni.

Michelle Unger: Watson e le nuove possibilità nell’impresa

Unger ha spiegato come la disponibilità di un’enorme mole di dati con la possibilità di elaborarli in tempi brevi offra la possibilità ai vari livelli aziendali di sfidare gli assunti che regolano l’attività delle imprese per cercare nuove opportunità, servizi e target. Il vecchio call center, per esempio, diventa un punto di accesso in real time per i clienti migliorando performance e conoscenza dei prodotti. Maggiore expertise, aumento del coinvolgimento dei dipendenti e intelligenza nei processi sono i principali vantaggi dell’utilizzo del cognitive al quale si contrappone il costo della non conoscenza.

Alessandro Curioni: Watson e le opportunità nell’industria e in ambito legale

Alessandro Curioni, dopo avere ricordato la forza d’urto di Ibm fatta di 12 laboratori e circa tremila scienziati sparsi per il mondo e impegnati nella ricerca, ha presentato l’impiego di Watson nella metallurgia dove uno dei problemi è la scoperta di nuove leghe. Per farlo però bisogna analizzare una quantità incredibile di dati visto che quotidianamente escono una cinquantina di articoli su pubblicazioni scientifiche da tenere d’occhio. Troppo per chiunque, ma non per il cognitive computing che connette dati strutturati e non e li trasforma in formazione e quindi conoscenza. A questo punto è possibile interrogare il sistema che velocemente è in grado di fornire molte risposte. “Watson è capace di imparare e di utilizzare quanto imparato su una mole molto più vasta di dati facendo ciò che fa un ricercatore ma molto più in grande. È una macchina che amplifica la capacità della mente del ricercatore”, ha spiegato Curioni. I dati possono essere visualizzati, possono essere effettuate correlazioni o avanzare previsioni sulle proprietà delle leghe. Al contrario è possibile partire dalla proprietà per capira quale materiale utilizzare. Analogamente per gli avvocati l’esame del materiale processuale, sentenze precedenti e altro permette di avere in fretta il quadro migliore per affrontare i casi legali.

Kyu Rhee: Watson e il mondo sanitario

Kyu Rhee ha invece esaltato l’utilità di Watson nell’ambito sanitario dove tre anni fa è stato stimato ci volessero 160 ore di letture settimanali per seguire le nuove pubblicazioni che Watson può digerire in pochi minuti. E i risultati si vedono per esempio al Bumrungrad hospital di Bangkok dove la tecnologia che aveva trionfato nel quiz televisivo Usa Jeopardy! funziona da consulente per i medici che curano i tumori.

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