Ibm vuole razionalizzare i datacenter

Con il programma Imas, Big Blue mette la propria expertise nella gestione dei centri dati al servizio degli utenti “disordinati”.

24 ottobre 2003

La Ibm Global Services sta lanciando un nuovo set di servizi per gli utenti dei datacenter teso a snellire le operazioni per un miglior raggiungimento del Roi.


Il pacchetto di servizi, che si chiama Imas (Infrastructure Management Assessment Services), viene presentato paragonandolo alla figura del “personal trainer”.


Ovvero, uno “specialista” virtuale di come si tengono in forma i datacenter, avvalendosi dei tool del progetto Symphony di Ibm.


Uno degli scopi per cui è stato creato il set Imas, infatti, è quello di ottenere risultati dalle operazioni It partendo da una migliore utilizzazione delle strutture, specie mediante l’automatizzazione di funzioni solitamente apportate da un intervento manuale.


Solitamente, come osservano i responsabili di Ibm, gli utenti di un datacenter lo trattano come se questo fosse un silo, aggiungendo applicazioni su applicazioni, operazioni su operazioni, senza preoccuparsi di automatizzare azioni che potrebbero esserlo.


E Ibm sa come farlo, dato che possiede, è innegabile, un complesso background di processi, strumenti e best practice di integrazione dei datacenter.


In particolare, Big Blue ha enucleato cinque aree di intervento per il proprio expertise per i datacenter sotto il cappello Imas: operazioni di base, software management, sicurezza, change management e service management.


Il programma Imas, perciò, prevederebbe un analisi diagnostica iniziale da parte degli esperti di Ibm, che poi, assieme al cliente, redarrebbero un programma di “recupero della forma”, da attuarsi in tempi che possano garantire il Roi dell’operazione.

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