Ibm punta decisa su Rfid

Presentato un piano quinquennale di investimento. Previsti un esborso di 250 milioni di dollari e la costituzione di una business unit dedicata. Ma niente rivoluzioni: si punta all’adozione graduale.

27 settembre 2004 E’ un investimento non da poco quello annunciato
da Ibm in area Rfid.
La società ha infatti
presentato un piano quinquennale di sviluppo del comparto che
prevede un investimento di circa 250 milioni di dollari e la costituzione di una
business unit dedicata nella quale troveranno lavoro un migliaio di
addetti.
Alla business unit sarà demandato il compito di sviluppare prodotti
e servizi di supporto e di aiutare le aziende a implementare la tecnologia con
impatti di reale efficacia per l’organizzazione del lavoro, delle informazioni e
dei flussi.
L’obiettivo, secondo quanto dichiarato dalla stessa Ibm, è quello
di arrivare a una visibilità continua dei dati. E l’Rfid e tutto
quanto ad esso è associato non è che uno degli strumenti che fanno parte di
una nuova onda di tecnologie  che “vivono” al di fuori dei data center, ma
che per essere implementate con efficacia richiedono un forte commitment verso
l’integrazione.
Appare chiaro, in un momento in cui di Rfid tanto si parla ma
con cautela si esperimenta, che Ibm avochi a sè il ruolo di apripista,
promuovendo la filosofia dell’adozione graduale.
Il big bang, garantiscono
gli analisti, non piace a nessuno.

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