Hermon nelle mani

Annunciata da Intel una nuova linea di prodotto di grande integrazione di funzioni. E Intel s’impegna nella direzione dell’Umts

Cannes, 25 febbraio 2004 Il nuovo degli smartphone del futuro si
chiama Hermon.
E’ questa la piattaforma di base sulla quale
punta Intel per aggiornare la famiglia
Manitoba (Pxa800). Mentre continua anche la storia dei Pxc, la
serie 2XX di processori Xscale, che verra’ rivitalizzata secondo le specifiche
del progetto Bulverde.
Le due famiglie di chip,
Hermon e Bulverde, andranno avanti in parallelo.
Tra le
altre novità presentate dalla società troviamo anche una unita’ MMX per gli
Xscale, necessaria piu’ che altro per uniformare i chip per device tascabili con
i classici per portatili e desktop.
Ovviamente avere MMX e VGA (progetto
Carbonado) su Xscale semplifica di molto il porting di
applicazioni grafiche preesistenti, principalmente giochi
.
Sul
fronte del 3D, da OpenGL a SSE, ancora nulla e’ stato affermato con chiarezza.

Oggi non ci sono annunci in tal senso, ma svariate aziende -anche partner di
Intel- ci stanno lavorando con piattaforme inzialmente tutte in software ma via
ia portate su silicio, con prestazioni che si annunciano entusiasmanti.

Stiamo studiando il problema e quindi lo risolveremo in proprio”,
ha dichiarato Gadi Singer, Vice President e a capo
del CHG (Cellular/Handheld Group), rispondendo ad una nostra domanda su quando e
come amplificare le prestazioni 3D su palmare. “E’ specificatamente
indirizzato al nuovo mercato Umts “
, ha dichiarato. 
Intel
ha presentato anche altre tecnologie, quali Quickcapture
che – grazie anche al silicio – ottimizza l’acquisizione di video e
ClearConnect, che ottimizza la scelta della connessione su
dispositivi multibanda telefonici/wifi.
E Zear, un concept
adatto a dispositivi palmari di grandi prestazioni e piccole dimensioni gia’
elemento portante della presentazione della mattina tenuta dal
presidente Paul Otellini.
Infine una curiosita’ su
Hermon
.
Questo nome e’ stato dato nel tempo ad almeno due
montagne
, una in California, una in Israele.
Quello che forse in
Intel non sanno e’ che quella mediterranea ospita un osservatorio di raggi
cosmici sviluppato insieme al CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche della
nostra piccola Italia.

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