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Gli NFT tra proprietà e investimento, come orientarsi

Non passa praticamente giorno senza sentire parlare di NFT a diverso titolo. In particolare, dal lancio di Metaverso, la questione è rapidamente cresciuta di popolarità quale strumento a tutela delle opere digitali e rispettivi diritti di titolarità.

Inquadrare la situazione attuale non è quindi facile. È però comunque utile un punto per capire come si stia muovendo lo scenario e quali possano essere le possibilità per chi nel vasto e complicato mondo degli NFT ha intenzione di cimentarsi.

Il team di Coderblock. Al centro, Danilo Costa CEO & Founder

Molto più di un diritto d’autore

I concetti legati agli NFT sono ormai tanti. Ai requisiti essenziali di una blockchain e gli smart contract è necessario aggiungere aspetti più recenti quali cryptovalute e lo stesso Metaverso. Il primo problema è probabilmente capire come tutto questo possa intrecciarsi e diventare eventualmente un’opportunità.

«Al principio generale di una blockchain come una generazione di blocchi di dati dove ognuno di questi rappresenta una transazione – spiega Danilo Costa CEO & Founder di Coderblock -, è utile iniziare a distinguere tra la transizione a valore, in genere con Bitcoin, e quella senza valore, in pratica un atto di notarizzazione, un passaggio di proprietà».

Elementi per natura non mutabili, quindi garanzia nel tempo. Tale livello di affidabilità è garantito dalla generazione distribuita di ogni blocco, da nodi in rete tra loro collegati nella blockchain ma che non si conoscono. All’atto della generazione, gli altri effettuano il riconoscimento e avviene la copia in tutto il sistema. «Parlare di immutabilità assoluta forse è eccessivo – precisa Costa –. Tuttavia, è ragionevole pensare sia molto difficile riuscire a modificare un blocco, rintracciando tutti i nodi interessati».

Inoltre, l’intera operazione viene cifrata attraverso una procedura di hash. La relativa formula matematica dipende anche dalle precedenti, per cui il compito già di per sé arduo di decifrare la più recente codifica potrebbe non essere sufficiente.

In estrema sintesi, il numero di possibili variabili è talmente elevato da rendere minima la probabilità di trovare la combinazione giusta. Servirebbe anche una potenza di calcolo attualmente decisamente impensabile.

L’aspetto finanziario degli NFT

Anche se a oggi si parla di discorsi puramente teorici, c’è però un aspetto da non sottovalutare. «A un certo punto può succedere di raggiungere il limite massimo dei blocchi generabili – avverte Costa -. A quel punto si potrà solo scambiare quelli esistenti e di conseguenza il relativo valore aumenterà».

L’aspetto finanziario alla fine è quello dominante la scena. Così come presidiare il Metaverso, creare ambienti virtuali attraenti e poterne vendere relative porzioni o partecipazioni, analogamente gli NFT si sposteranno da una sorta di diritto d’autore a una forma di investimento.

Un’ipotesi neppure così remota. Se alle origini il limite fisico della formula matematica alla base di una blockchain era indicato intorno al 2040, la crescente richiesta tende rapidamente ad accorciare la data.

«L’oggetto acquistato attraverso un NFT può essere messo a disposizione. Per esempio, società di marketing o comunicazione possono creare contenuti per attirare utenti su un terreno virtuale registrato, una Land. Sarà un po’ come oggi partecipare a un evento. Di conseguenza il valore aumenta e si può per esempio pensare di affittarlo. Magari, dopo averci costruito un palazzo virtuale con relativi appartamenti».

Più in concreto, per accedere al mondo NFT non è possibile procedere in totale autonomia, anche solo per i mezzi tecnici necessari. È necessario prima di tutto iscriversi a una piattaforma di gestione. Una volta creato anche il relativo portafoglio virtuale, bisogna inoltrare al gestore la richiesta per emettere il Token. Se l’operazione va in porto, allora si può conservare o decidere di metterlo all’asta, all’interno naturalmente della blockchain. A fine asta, il venditore riceve le offerte e, sempre attraverso la piattaforma, può procedere con la transizione.

Ai meno esperti, il discorso può sembrare eccessivamente astratto. Dal punto di vista della giovane realtà siciliana però, i risultati sono decisamente concreti. «Realizzare un nostro Metaverso è stata una logica conseguenza di dove è andato il mercato e di quanto ci chiedevano i clienti – conclude Danilo Costa -. Complice la coincidenza con il lockdown, nel 2020 abbiamo iniziato a proporre ambienti virtuali, e da qui è partita una serie di richieste sempre più in direzione del Metaverso e degli NFT».

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