La società potentina eroga servizi alle banche con una struttura che il responsabile It, Gerardo Bonelli, ha impostato su piattaforme Ibm. Agli Storwize V7000 assegnato un ruolo di garante proattivo, capace di farsi carico in sicurezza di sempre più dati.
Eureka Ibs è una società di Potenza che rivolge la propria attività verso Istituti di Credito operanti nel centro sud (per metà Banche di Credito Cooperativo), erogando servizi di elaborazione dati in outsourcing.
Con l’utilizzo del Sistema Informativo Bancario Gesbank fornisce agli utenti assistenza applicativa e servizi a supporto ed integrazione dell’attività bancaria.
(la sede di Eureka Ibs)
Gerardo Bonelli è Responsabile It di Eureka Ibs da 10 anni e ci spiega come in questo lasso di tempo abbia costruito un datacenter interno animato in grandissima parte da sistemi Ibm: dai Risc all’As400, dai blade server, al sistema storage V7000 che virtualizza un DS4800.
L’attività del centro viene poi testata, con attività di disaster recovery a freddo con servizi di business continuity erogati da datacenter Ibm.
Fare servizi di outsourcing a banche di piccole dimensioni, spiega Bonelli, significa consentire di usare il gestionale bancario, dare servizi di applicazione e di assistenza.
Il tutto con un’unità It di 4 persone per la tecnologia.
Un quadro che è in evoluzione tecnologica anche se, data la complessità della clientela bancaria, affonda le radici dell’alta affidabilità nel tempo.
Perché V7000 è architettura attuale
L’architettura San, di cui lo Storwize V7000 arrivato nel 2012 è anima, esiste concettualmente da anni.
«Una San – dice Bonelli – serve per rispondere alle esigenze di disponibilità e affidabilità».
«A noi – prosegue – allora serviva un unico storage, acceduto da più macchine che in alta affidabilità potesse fronteggiare con decisione e risolutezza i rischi legati alla garanzia dei dati».
Un’architetura evoluta, duqnue, con componenti allo stato dell’arte e capace di dare velocità e capacità di memorizzazione.
Questo ha chiesto Bonelli allo Storwize V7000, ottenendolo.
(il datacenter di Eureka Ibs)
Le richieste di elaborazione dati aumentano
Anche perché con il passare del tempo, osserva Bonelli, «le elaborazioni richieste sui dati sono aumentate. Serve farne di più e in meno tempo.
Non solo perché le banche hanno più clienti, ma anche perché i servizi aumentano e vanno considerate anche le richieste di compliance avanzate della Banca d’Italia».
In sintesi, sono necessari più dati e più sicuri.
In questo il V7000 svolge il proprio lavoro di garante.
Anche con dischi Ssd.
«Sono un’allettante opportunità – spiega Bonelli – per avere il multitier a disposizione dei dati più acceduti. Scegliamo noi i dati da mettere nei diversi pool. E otteniamo risultati eccellenti».
Backup e virtualizzazione al passo con i servizi
E il backup?
«Usiamo nastri Lto su librerie Ibm. Tutto gestito da Tsm. Facciamo flashcopy quando dobbiamo fare un full backup, nottetempo.
Altrimenti seguiamo la via del backup incrementale da file system».
Riguardo la virtualizzazione, che non può mancare, Bonelli spiega che viene fatta sui blade con due cluster Vmware, che servono a creare nuovi servizi velocemente.
In questo modo viene anche facilitata la gestione per i backup e restore delle macchine.
«Magari le performance non sono le stesse di un server fisico – precisa -. Ma se quello che conta è la continuità dei servizi, ci siamo».
La virtualizzazione non sfugge di mano?
«Sto molto attento a che nel cluster non ci sia oltre il 50% del carico, per garantire il disaster recovery», dovuto nel rispetto delle 11 banche servite.
Il valore del partner
Nella scelta e implementazione del V7000 ha agito anche il partner Ibm.
«Con Var Group condividiamo le scelte, ne discutiamo, le valutiamo. Ci danno un apporto consulenziale. A volte le idee partono anche da loro».
Serve farlo anche per individuare una soluzione tecnica che poi deve comunque passare il controllo del budget. Ma lavorando, ci si riesce.
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