Come si usa il Rfid nel retail

Teradata fotografa l’It del comparto (che investe) e scopre che il riconoscimento a radio frequenza è già una realtà.

Teradata ha commissionato uno studio sugli investimenti in tecnologia nel settore retail alla società di ricerca BuzzBack Market Research, che nel dicembre scorso ha sentito più di cento manager di aziende del segmento. Tutti gli intervistati, che hanno una posizione dirigenziale occupandosi di gestione, pianificazione, operation e It, sono basati in America e lavorano presso aziende retail (abbigliamento, elettronica, alimentare, elettrodomestici, cosmetica, giocattoli) di livello mondiale che fatturano almeno 500 milioni di dollari.

Dalla ricerca si desume che oggi nel settore retail ci si rende conto che gli operatori del front-line hanno bisogno di dati più affidabili per supportare meglio il cliente.
Tre intervistati su cinque, infatti, hanno dichiarato che i loro dipendenti necessitano di un accesso più veloce a dati più precisi.

Circa l’85 per cento degli intervistati ha affermato che nella supply chain è importante che la gestione delle scorte sia in linea con le richieste del cliente, affinchè l’azienda possa mantenere una posizione di competitività.

Per il secondo anno consecutivo (la ricerca era stata condotta anche lo scorso anno) gli intervistati hanno anche dichiarato che la loro spesa per l’It aumenterà.
Due terzi, infatti, hanno affermato che la spesa in It nella loro azienda è aumentata rispetto a un anno fa e circa il 45 per cento ha dichiarato che il budget della loro azienda da investire in It sarà suddiviso tra data warehouse e sistemi analitici di supporto.

La ricerca ha anche evidenziato sostanziosi aumenti nell’applicazione della tecnologia Rfid, che consente di migliorare la gestione delle scorte, il controllo e la sicurezza insieme alle pratiche di active data warehouse.
In base a quanto emerso, il 20 per cento dei manager retail ha dichiarato che la propria azienda prevede o ha già in corso progetti di Rfid, mentre quasi la metà (il 47 per cento) degli intervistati nel 2005 affermava di volere sviluppare la tecnologia Rfid nel prossimo futuro o di essere già attualmente in fase di sviluppo.

I progetti di Rfid sono quasi il doppio nelle aziende con fatturato annuale di almeno 3 miliardi di dollari. Tra le aziende che hanno in corso progetti di riconoscimento a radio frequenza, circa la metà sta aggiornando la tecnologia Rfid o effettuando test.

Per la maggior parte dei partecipanti alla ricerca, i vantaggi principali che ci si aspetta dall’Rfid sono la possibilità di controllare e tracciare meglio le scorte e una maggiore sicurezza nel processo. L’87 per cento ha dichiarato che la propria azienda utilizzerà l’Rfid per il controllo delle scorte o la sicurezza del punto vendita, e il 58 per cento di questi ha dichiarato trattarsi della priorità primaria della propria società, dato che consente di effettuare il riassortimento dei prodotti in modo più veloce ed efficace, oltre a identificare e prevenire i furti.

Il 65 per cento ha dichiarato che la loro società utilizzerà l’Rfid per la gestione delle promozioni e il 40 per cento ha affermato che la tecnologia Rfid sarà di supporto per problematiche legate ai prodotti in garanzia e ai resi.

Dalla ricerca risulta anche che più dei due terzi degli intervistati ha dichiarato, in linea con la necessità di analizzare in modo veloce e accurato i dati raccolti attraverso l’Rfid o altri strumenti, che l’uso dell’active data warehouse fornisce un accesso in tempo reale alle informazioni necessarie per il processo decisionale, ed è in fase di crescita nel settore retail.

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