Cognitive computing: ascolto “facilitato” sul sentiment dei brand

Nello studio “Il lato fashion dei dati”, nuove interpretazioni in chiave psico-linguistica dei laboratori Ibm Research in merito alle conversazioni sui canali di discussione digitale.

Che i social media siano considerati dai brand di moda una base di conoscenza straordinaria sulla quale esercitare l’arte dell’ascolto non è una novità.
Come non lo è la constatazione che questo genere di strumenti rappresenti un’opportunità di business ancora lungi dall’essere pienamente sfruttata.

A dirlo sono i dati de “Il lato fashion dei dati”, una ricerca di Ibm volta ad approfondire la relazione tra moda e tecnologia e tra moda e business attraverso l’analisi dei social media.

Realizzato in collaborazione con ModaCult dell’Università Cattolica e con il contributo di MF Fashion, lo studio ha visto l’impiego di alcuni software di analitica che hanno messo in luce i trend economici e tecnologici associati all’industria del fashion e ai suoi brand attraverso l’analisi di diversi canali di discussione digitale, come i blog, i forum e le community online, ma anche quanto veicolato sui grandi social network, quali Twitter e Facebook.

Un ascolto “facilitato” dal cognitive computing e dagli analytics per capire, interpretare e classificare il parere di oltre 40 esperti e blogger di riferimento interpellati per far emergere i concetti e i fenomeni di maggiore rilevanza rispetto agli ambiti esaminati.
In un secondo tempo, è stata effettuata un’analisi dei social media per analizzarne l’eco nelle discussioni in lingua italiana.

In generale, dalle diverse decine di milioni di post provenienti da migliaia di sorgenti, pubblicati tra luglio 2012 e settembre 2013 prendendo in considerazione circa 260mila conversazioni, per un totale di 65 milioni di documenti indicizzati, l’“ecommerce” si conferma, non solo il canale di vendita in maggiore crescita, ma anche il principale influencer dopo le celebrities.

Inoltre, temi innovativi come “sostenibilità” e “tecnologia” sono quelli che influenzano maggiormente il sentiment positivo da parte degli utenti nei confronti dei brand analizzati, mentre la logica delle “comunità” di utenti si cristallizza attorno ai valori “intangibili” di una marca.

A dirlo sono le “significative similitudini” emerse nei profili psico-linguistici di coloro che seguono su Twitter i brand emergenti rispetto ai “follower” dei brand già affermati sul mercato.

Anche per questo, il suggerimento dei laboratori Ibm Research, intenti a fornire nuove interpretazioni delle discussioni, ricavando ulteriori insight attraverso la misurazione dell’uso del lessico in chiave psico-linguistica, è di sollecitare i vertici aziendali ad adottare nuovi modelli e nuovi modi di operare per comprendere prima e coinvolgere dopo i propri clienti nella crescita delle loro imprese.

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