Uno studio di Ca Technologies pone la questione della digital literacy: se il top management non è davvero consapevole del ruolo dell’It il potenziale di innovazione va sprecato. Anche se c’è il Byod.
La ricerca “The Future Role of the Cio; Digital Literacy” commissionata da Ca Technologies a Vanson Bourne sancisce che il management aziendale deve saper cogliere il reale valore della tecnologia a supporto del business, altrimenti le cose non funzionano.
Lo studio è stato condotto su un campione di 685 aziende mondiali con oltre 500 dipendenti.
Sono stati intervistati 30 Cio in Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Benelux, Austria/Svizzera, Israele, Scandinavia, Australia, Cina, Hong Kong, India, Malesia, Singapore, Corea, Taiwan, Tailandia e Canada. Altre 100 interviste sono state condotte negli Stati Uniti e 15 in Portogallo.
I risultati italiani
Per quanto riguarda il nostro paese, lo studio ha rivelato che il 100% dei responsabili dei sistemi informativi intervistati ritiene che l’alfabetismo digitale del top management costituisca un requisito indispensabile per lo sviluppo e la crescita del business aziendale.
Il ritardo culturale da parte della direzione aziendale rispetto all’utilizzo strategico delle tecnologie informatiche può generare conseguenze importanti sul business: mancate opportunità di business, perdita di quote di mercato a fronte di una concorrenza più dinamica, disaffezione da parte dei clienti, scarsa reattività alle richieste del mercato e un time-to-market inadeguato.
Il Byod non è sufficiente
Sebbene il top management dimostri avere familiarità con gli strumenti tecnologici usati nel quotidiano, dalla ricerca emerge che la capacità di intuire il potenziale innovativo dell’It per il business dell’impresa risulta ancora limitata.
Il 47% dei Cio italiani intervistati ha dichiarato che i vertici aziendali non intuiscono il ruolo strategico dell’It per sviluppare il business, migliorare l’efficienza dei processi e introdurre maggiore agilità e competitività in azienda.
Non sorprende, allora, che, solamente il 40% dei Cio che lavora in aziende italiane sia chiamato a partecipare alle decisioni del top management e conseguentemente a contribuire alla definizione del pensiero strategico digitale nel team dirigente.
Il 59% dei Cio ritiene che nonostante il positivo impatto di tecnologie dirompenti, come il cloud, il management aziendale continua a non considerare l’It come un asset autenticamente strategico ma piuttosto come uno dei tanti costi di esercizio.
Il Cio deve creare la cultura digitale
Manca allora una cultura digitale più costruttiva, che dia ai vertici aziendali la capacità di individuare, organizzare, comprendere, valutare e analizzare le informazioni utilizzando le nuove tecnologie.
In questo processo di trasformazione culturale la missione fondamentale del Cio è cercare di trasferire all’interno dell’organizzazione, fino ai livelli manageriali più alti, i valori dell’innovazione tecnologica, contribuendo a creare una cultura digitale diffusa e la consapevolezza del ruolo strategico delle tecnologie informatiche verso il business aziendale.
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