Il mainframe sa mettere d’accordo Cio e marketing

Sistema ibrido per consolidare, fare sicurezza e business in real time. In qualsiasi datacenter. Lo sostiene Douglas Balog di Ibm.

A Google, Amazon, Microsoft servirebbe mettere un mainframe nei rispettivi datacenter?
«Hanno puntato su altre piattaforme, ma ne avrebbero bisogno eccome, per fornire in sicurezza e continuità i loro servizi cloud».

Così ci ha risposto Douglas Balog, che di mestiere fa il General manager degli z Systems Ibm.

Glielo abbiamo chiesto a Milano, tappa del suo tour in Europa per portare a colleghi e clienti il senso del rinnovo appena attuato da Ibm in campo mainframe, quello zEnterprise Ec12 che promette un salto di qualità nei sistemi ibridi.

Un bene parlare di costi
Incontrando gli utenti Balog si sente spesso rivolgere domande circa l’ottimizzazione dei costi di gestione delle infrastrutture. «Ed è una buona cosa – dice – perché significa che la decentralizzazione è finita e si tende a centralizzare la politica di gestione».

E volendo scattare oggi la big picture al mainframe che foto risulta?
Un’immagine in cui ci sono vari elementi: «consolidamento, cloud, efficienza, sicurezza».
Tutte cose che motivano, per Balog, i trimestri consecutivi di crescita nei server enterprise e la presenza nelle duemila aziende più grandi al mondo.

La keyword prevalente è comunque quella del consolidamento, tanto che si può dire che rappresenta un terzo delle attività che si conducono con i mainframe, piattaforme che oggi fanno dell’ibridazione il tratto saliente.

Una trasformazione più guidata da Ibm o richiesta dal mercato?
«La spinta degli utenti è stata fondamentale, nella direzione sì della resilienza, ma anche della sicurezza. E della gestione dei costi, specie quelli software, che con l’apparire di nuovi workload sono cresciuti».

Real time analytics, pane per il mainframe

Cercando di contestualizzare la preminenza del mainframe al momento italiano, vien da chiedersi se il mainframe possa avere un ruolo, e quale, nell’abbrivio (governativo) che spingerebbe a creare nuovi datacenter per “contenere dati” più che per trasformarli.

«Lo storage è fondamentale – dice Balog – per la conservazione dei dati. Lo è di più nella misura in cui può essere efficientato. Il senso è capire il valore del dato. In questo il mainframe fa il lavoro che serve, perché è il garente di operazioni di analytics. Pensiamo alle attività antifrode o al Crm in tempo reale».

Una piattaforma, insomma, che mette sulla stessa linea operativa e decisionale Cio e Chief marketing officer.

Lo conferma Andrea Negro, Brand sales specialist dei System z a livello nazionale: «anche in Italia è alta l’attenzione verso gli smart analytics, specie sul lato della tracciabilità delle transazioni. Il mercato italiano ha maturato una nuova sensibilità verso investimenti in questa direzione». Parliamo, allora, delle “solite” industry? Le banche? «No – dice Negro – anche altri settori, dal retail al government, alle telco all’education».

A proposito di datacenter, l’idea dominante è di crearne di nuovi o di ottimizzare quelli esistenti?
«L’ultimo annuncio dello Ec12 – dice Balog – va proprio nella direzione di inserire il mainframe ibrido nell’esistente».

Come fosse un classico server? «Non dico questo. Come un sistema che fornisce efficienza e sicurezza, per proteggere e garantire l’azienda su due fronti basilari: brand e dati».

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