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Ces 2016: la smart fashion quadruplica con FashionWare

FashionWare è una manifestazione che da sei anni si svolge a Las Vegas, parallelamente al Ces di Las Vegas e di fatto strettamente integrata con lo show che apre l’anno fieristico per il mondo ICT.
Una manifestazione dedicata al connubio tra moda e tecnologia che negli ultimi due anni ha visto non solo una singolare crescita nel numero di espositori e nelle interazioni con i protagonisti del Consumer Electronics Show, ma anche una interessante virata nelle sue aree focus.

Dall’elastam ai sensori
Laddove fino a poco tempo fa l’attenzione degli stilisti e dei designer si concentrava sui tessuti, cercando nuove declinazioni e applicazioni per materiali come l’elastam, oggi il focus su è allargato andando ad abbracciare il mondo dei sensori, dei led, degli schermi, tutti integrati in abiti, orologi, gioielli, cappelli, accessori.
O, per lo meno, di ciò è convinto Robi Raskin, Ceo di Living in Digital Times, la società che organizza la manifestazione.
Certo, ciò che va in scena a FashionWare è poco più di un concept, ma è in ogni caso emblematico delle tendenze e degli sviluppi attesi.
Gli smartphone, qualunque sia la marca, qualunque sia il sistema operativi, non rappresentano più per i designer gli oggetti distintivi dei trend setter. Non sono più il simbolo della personal technology: designer e stilisti guardano a una tecnologia strettamente integrata con ciò che le persone indossano, spostandosi dunque verso l’idea di una moda “smart”.

Quadruplica lo spazio, triplicano gli espositori
L’interesse verso questo settore è elevato, visto che rispetto allo scorso anno lo spazio espositivo di FashionWare è quadruplicato, arrivando alla soglia dei mille metri quadri, mentre gli espositori sono triplicati, superando la soglia delle 40 aziende, nelle quali non sono incluse quelle che operano nel mondo del fitness, da Fitbit a Jawbone a Runtastic, cui sono destinati altri spazi del Ces.
Ma è importante anche il livello della sfida: perché un conto è integrare la tecnologia negli abiti, un conto è realizzare oggetti che le persone poi davvero desiderano indossare, senza rasentare il ridicolo.

L’ora delle partnership
La via giusta sembra essere quella delle partnership, e non è un caso che i big player dell’Hi-Tech da tempo abbiano avviato collaborazoni importanti, come quelle di Google con Tag Heuer o Fossil, quella di Apple con Hermes o, ancor più interessante, quella di Intel con Chromat per la realizzazione di abiti “intelligenti”.
In questo caso, l’ultima parola l’avranno loro, gli stilisti.
Non ci saranno oligopoli nel mondo dello smart fashion, bensì una pletora di designer e di produttori, che realizzeranno collezioni di abiti e accessori tecnologici, ben consapevoli del pubblico cui destineranno le loro creazioni.

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