Il digitale escluso dalle detrazioni per libri inserite nel Destinazione Italia. Il tempo per correggere l’impostazione c’è e il Governo avrà modo di pensarci meglio.
L’Agenda Digitale rischia di essere l’unico «libro elettronico» che interessa il governo Letta. Tra le tantissime e ricchissime voci del Destinazione Italia c’è infatti anche un fondo per i libri, ma al momento solo nel classico modello Gutenberg.
Diamogli un’occhiata.
E’ una buona cosa, ma non spicca per ricchezza né per accessibilità. Nei tre anni dal 2014 al 2016 sarà disponibile una somma di 50 milioni di euro per scaricare dalle tasse qualche spicciolo sull’acquisto di libri: il 19% di 1.000 euro per testi universitari e 1.000 euro per tutti gli altri libri, per una detrazione massima di 380 euro.
Sulla carta sembra buona la parte di misura relativa ai libri universitari, anche se minaccia di tradursi in ulteriori complessità di controllo.
Più difficile esprimere un giudizio positivo sulla parte generalista. I libri italiani registrano uno scontrino medio di 15 euro, ergo per assommare mille euro bisognerebbe acquistarne tra 60 e 70. Difficile definirla una politica rivolta alle famiglie e anche i lettori forti e fortissimi avranno brandelli di sconto: chi acquista 15 libri all’anno avrà uno sconto di circa 40 euro.
La cosa che più fa discutere è l’esplicita esclusione degli ebook dalla detrazione. Se fosse confermata sarebbe una scelta molto poco intelligente e chiaramente impopolare. Il costo sarebbe estremamante ridotto, visto che il prezzo medio degli ebook è nei dintorni dei 6 euro.
C’è tempo per correggere anche le peggiori impostazioni, figuriamoci per una piccola cosa come questa.
Il nostro consiglio per chi acquista ebook è di tenere da parte le ricevute dal primo gennaio prossimo. Potrebbero servire.
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