Un anno positivo per PeopleSoft, nonostante la crisi

La società di software nel 2002 è riuscita ad aumentare l’utile operativo e a chiudere con un fatturato sostanzialmente allineato con il l’esercizio precedente.

4 febbraio 2003 Un anno tutto sommato positivo quello appena concluso da PeopleSoft, visto il contesto mondiale nel quale la società di software applicativo si è trovata a operare. Il nuovo general manager della filiale italiana, Gino Capecchi, in effetti ha presentato i dati di una società solida, che conta cinquemila clienti sparsi nel mondo e che a fine 2002 vantava un cash di 1,9 miliardi di dollari, in crescita di 256 milioni rispetto al 2001. Nonostante il fatturato dell’esercizio 2002, pari a 1,949 miliardi di dollari sia in realtà di poco inferiore al 2001, il manager si è detto soddisfatto dei risultati raggiunti (anche in considerazione di quelli conseguiti dai diretti competitor) in quanto l’utile operativo ha raggiunto la cifra record di 263 milioni, mentre l’utile netto, comprensivo di voci straordinarie, è stato pari a 183 milioni (con un utile di 0,57 dollari per azione). Nel corso dell’anno, la società ha rilasciato 35 nuovi prodotti, che vanno ad arricchire l’offerta distribuita su quattro aree: Hcm (Human Capital Management), dove Gartner le attribuisce la leadership mondiale, Crm, Scm e Financial management. La valenza dell’offerta PeopleSoft, come ha sottolineato Capecchi, sta nel fatto che le applicazioni sono sviluppate sulla base di una Pure Internet Architecture, che consente una facile integrazione con tutte le altre piattaforme presenti sul mercato e alle aziende di ottenere immediati benefici nella gestione della propria attività e della catena del valore. In Italia solo dal luglio del 2000, oggi PeopleSoft deve recuperare terreno rispetto a competitor già da più tempo attivi. E infatti, nel 2003 gli obiettivi di Capecchi sono quelli di crescere molto più della media del mercato e di guadagnare nuove quote di mercato presso il mid market, grazie anche al supporto di partner come Accenture, Kpmg e Cap Gemini Ernst & Young.

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