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La scomoda posizione di Google per l’antitrust europea

Le conclusioni dell’antitrust europea contro Google, sintetizzate nella relativa lettera di obiezioni, sono state confermate. L’azienda è accusata di abuso di posizione dominante principalmente per Android, come già anticipato da 01Net il 15 aprile dello scorso anno.
La Commissione considera dominante la posizione di Google e della casa madre Alphabet nella ricerca generale (motore di ricerca e browser), nella licenza del sistema operativo (esclusività di Google Android) e nello store Google Play.
Secondo i dati diramati, Android ha oltre il 90% del mercato europeo, una posizione che mette a serio rischio il principio di concorrenza. Una parte di ciò che ci si attende da Alphabet è la modifica delle condizioni di commercializzazione e di uso delle varie componenti di Android, in modo da aprirsi maggiormente a ciò che la Commissione ritiene essere il libero mercato.
La minaccia della Commissione è di irrogare una sanzione elevata, che può arrivare fino al 10% del fatturato dell’azienda, per un totale tra 7 e 8 miliardi di dollari. Certamente la richiesta, quando verrà formalizzata, sarà molto inferiore.
La questione somiglia molto a quella che quasi vent’anni fa (nel 1998) riguardò Microsoft, che alla fine dovette pagare una forte multa. Oggi, però, la situazione appare più frastagliata e il confine tra diritto standard e diritto su Internet si articola su un livello molto più alto di allora.
Il commissario Margrethe Vestager pare intenzionato a seguire una linea molto morbida.
Probabilmente la prudenza è dettata non solo dalla durata della causa, che si preannuncia particolarmente lunga, ma anche perché Google controbatterà le tesi dell’accusa sostenendo non solo la propria correttezza, ma anche la vantaggiosità d’un opsys aperto per il mondo mobile.

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