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Connected car: Alibaba ha la sua, LG lavora con Volkswagen

Due sono i filoni lungo i quali si sta muovendo l’innovazione nel mercato automobilistico.
Da un lato le automobili a guida autonoma, vale a dire i progetti ai quali stanno lavorando realtà come Tesla, Google, Apple o ancora aziende come Fiat e BMW.
Dall’altro il segmento forse più convenzionale, ma sicuramente di più veloce e immediato riscontro sul mercato, vale a dire quello delle connected car, le auto con connettività a bordo, in grado dunque di dialogare con i dispositivi ma anche con le reti di sensori per raccogliere e inviare informazioni.
È questo un terreno sul quale da anni operano di fatto quasi tutti i player del comparto hi-tech, così come quelli del mondo automobilistico.

Ma nonostante ci si muova in una “comfort zone”; per lo meno rispetto a quella in cui si trovano tutti coloro che inseguono l’obiettivo dell’auto che si guida da sola, anche in questo segmento le novità non mancano, né mancano i cosiddetti new entrant.

La sfida di Alibaba

Ultima, in ordine di tempo, è la cinese Alibaba Group.
Il gigante dell’ecommerce ha infatti presentato un progetto articolato, nel quale protagonista è la OS’Car, una vettura sviluppata in collaborazione con SAIC Motor, nella quale è integrato un cuore “YunOS”.
È questo il vero atout della vettura, una versione del suo sistema operativo, sviluppata dalla stessa Alibaba specificamente per il mercato automobilistico e parte di una più completa strategia indirizzata all’Internet delle cose.

YunOS letteralmente significa “Cloud OS” ed è una distribuzione Linux progettata per dispositivi mobili basata su Android Open Source Project. Viene sviluppato da Alicloud, sussidiaria di Alibaba. Il primo rilascio risale al 2011.

Presentato dallo stesso presidente esecutivo di Alibaba Jack Ma, YunOS consentirà di trasformare l’automobile in una piattaforma “smart”, nella quale cloud, big data e Internet coesistono.
Nelle intenzioni di Alibaba, YunOS deve essere considerato di fatto un secondo motore della macchina, alimentato “a dati”.
Un sistema iperconnesso, in grado di cambiare radicalmente il paradigma: da Internet in auto all’auto su Internet.

Ma c’è nei piani anche l’auto a guida autonoma

È chiaro che lo step successivo di questo percorso di ricerca che per Alibaba dura già da due anni, sarà quello delle auto a guida autonoma, ma realisticamente la società sa che prima del 2020 sarà impossibile pensare a una commercializzazione di massa di questi veicoli.
Non così si può dire per le OS’Car, che dovrebbero essere disponibili commercialmente dalla fine dell’anno, a patto di “accontentarsi” (le virgolette sono d’obbligo in questo caso) di una dotazione che include sistemi intelligenti di mappe, comandi vocali con controllo smart voice, fino a quattro videocamere removibili, tre schermi integrati e soprattutto un “Internet ID” che consente il riconoscimento del conducente tramite i suoi dispositivi connessi.
Il tutto integrato in una piattaforma aperta, che prelude allo sviluppo di nuovi servizi e connessioni.
Il prezzo si aggira tra i 13.000 e i 25.000 euro.

LG lavora invece con Volkswagen

Altro si muove sul fronte europeo.
In questo caso si è mossa la coreana LG Electronics, che è arrivata sul Vecchio Continente per stringere un accordo di collaborazione con Volkswagen.
Anche in questo caso parliamo di connected car e dello sviluppo di una piattaforma che abilita la Comunicazione tra la vettura e dispositivi esterni.
LG parla di una piattaforma che consente il monitoraggio da remoto dei sistemi di domotica, dalle luci al riscaldamento, la gestione dell’infotainment in macchina, oltre all’erogazione di servizi di ausilio alla guida basati sulle informazioni raccolte in tempo reale sulle condizioni del traffico e delle strade.
LG Electronics e le aziende sorelle che appartengono al gruppo stanno da tempo collaborando con General Motors nello stesso ambito.

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