Un’opportunità chiamata Liberal-utilities

Settecentosessanta milioni di euro è l’investimento in It da parte del mercato Utilities in ambito italiano, con priorità che sono tutte da scoprire

C’è un grosso cambiamento in atto nel mercato delle Utilities che, per il settore Ict, può rappresentare una buona opportunità. Lo evidenzia anche l’Osservatorio permanente di NetConsulting che proprio sulla liberalizzazione del mercato del gas ha già “prodotto” un paio di ricerche dove, attraverso i protagonisti del settore, sono stati analizzati alcuni temi tra cui l’impatto della liberalizzazione sulle strategie aziendali e l’adeguatezza di queste realtà rispetto alla liberalizzazione. Temi che, per forza, hanno delle ricadute sugli investimenti It da parte di questo mercato.

Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting, spiega che «l’impatto più evidente che l’avvento della liberalizzazione del mercato delle Utilities ha introdotto è stata la separazione tra aziende di vendita e di distribuzione. Questo fa sì che le società che prima operavano in regime monopolistico ora operino in mercati aperti. Lo scenario attuale vede un processo di aggregazione delle diverse realtà distributive, specie quelle di maggiori dimensioni che da 700 degli anni passati ora sono arrivate a poco più di 400. Senza dubbio la tecnologia Ict è uno degli aspetti più significativi per tali aziende. In un’ottica di maggiore competitività, queste realtà si rendono conto, infatti, che l’utilizzo di It può fare la differenza per quanto riguarda la relazione con il cliente, che da utente diventa cliente, appunto». Tutto ciò, non è una sfumatura linguistica, ma implica una serie di impegni e richieste da soddisfare che non possono essere ignorate da chi si occupa di distribuzione di energia elettrica, gas o calore.

Il rinnovamento delle applicazioni e dell’infrastruttura tecnologica, in altre parole la modernizzazione dei sistemi It, è una delle priorità da parte di un settore che diventa, quindi, appetibile per le aziende informatiche. Eppure… molte e nuove sono le soluzioni e le tecnologie It richieste dalle Public Utilities liberalizzate. «Non ci sono moltissime aziende It in grado di servire tale ambito – sostiene Capitani -. Occorrono grossi investimenti affinché i fornitori possano innovare le proprie tecnologie e solo le realtà di una certa dimensione potranno permetterselo. Oggi il mercato Utilities è servito da due attori fondamentali, un system integrator come Neta e un colosso come Sap (vero è che questa affermazione viene fatta da Capitani durante una convention Neta – ndr). Del resto è richiesta una competenza specifica del mercato per pensare di entrarci, bisogna conoscerne le problematiche e offrire soluzioni e servizi che contribuiscano a cambiare i processi in tempi rapidi».

E le aziende di Utilities che cosa dicono? Thüga Italia, per esempio, che fornisce energia elettrica e gas naturale, composta da cinque società di distribuzione più una, denominata E-on, per la vendita a tale domanda evidenzia «il problema della mancanza di integrazione tra tutti i sistemi It delle varie aziende che la costituiscono – come spiega Tania Volo, amministratore delegato dell’azienda – oltre al fatto che mancano strumenti per quanto riguarda le proiezioni delle attività di vendita, o strumenti che permettono di monitorare gli acquisti delle materie prime da un lato e delle vendite dall’altro».

Così come Agsm Energia di Verona, fornitrice di tutte le Utilities a partire dall’energia elettrica fino al teleriscaldamento e alle energie rinnovabili, sottolinea «l’importanza della relazione con il cliente e di sistemi It, quali il Crm, che aiutino efficacemente in questo senso – come dice Floriano Ceschi, direttore generale – perché al momento, il 50% dei nostri clienti si ritiene insoddisfatto del rapporto con l’azienda». Un Crm, per esempio, che si integri a valle con il sistemi di billing, ovvero la fatturazione e a monte con la distribuzione.
L’opportunità è dietro l’angolo, ma la specializzazione, non sarebbe neppure da dire, non si ottiene accendendo solo “una lampadina”.

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