Tre step per valutare l’efficienza energetica del datacenter

Serve un approccio di sistema basato su tre passaggi: consolidare, ottimizzare ed automatizzare. L’opinione di Emc.

Si parla sempre più spesso dei consumi energetici dei datacenter. Recenti considerazioni di Gartner prevedono per i prossimi due anni un moltiplicarsi delle problematiche legate all’alimentazione, al raffreddamento ed all’occupazione di spazio da parte dei data center. E non è un mistero il ruolo predominante che data center sempre più potenti ed estesi hanno nei consumi energetici di un’azienda.

Meno noto è il fatto che in un data center di grandi dimensioni i costi legati all’alimentazione delle macchine e al loro raffreddamento sono attualmente la seconda voce di spesa, dopo la gestione delle macchine e del software. Si stima che il 13/15% del costo complessivo di un data center sia legato ai consumi energetici, per l’alimentazione e per il raffreddamento.

Un recente studio di Idc, commissionato da Emc, poi, ha messo in luce come solo nei prossimi cinque anni il volume di dati generato complessivamente dagli utenti crescerà di quattro volte rispetto all’attuale.

Come prepararsi per affrontare questa sfida al meglio? Secondo Franco Martino, Practice Manager Infrastructure Consulting di Emc Italia, alcune ricette sono familiari. Attualmente, in un data center tradizionale, i server vengono utilizzati tra il 5 ed il 15% del loro potenziale, mentre lo storage ha un tasso di sfruttamento leggermente più alto, tra il 20 ed il 40%. Cosa ancor più importante, i dati che vengono conservati sullo storage primario, quello più pregiato e costoso, spesso non sono utilizzati come ci si aspetterebbe. Se il 70% dei dati non viene utilizzato per 90 giorni o più, mantenerli su uno storage primario rappresenta uno spreco di capitale, di spazio e di energia.

I vantaggi a livello di efficienza e di impatto ambientale, per Martino, dipendono da numerosi elementi. Partire con un’analisi dell’efficienza sarà utile per determinare le varie scelte, sviluppare una strategia e definire piani relative a progetti specifici.

Tipicamente, ci sono diverse soluzioni e tecnologie che possono essere utilizzate. A volte insieme, a volte come progetti collegati, ma successivi l’uno all’altro.
Efficienza dell’It e consumi energetici sono due aspetti che il manager di Emc consiglia di affrontare con un approccio di sistema.

La strategia deve seguire tre passaggi fondamentali: consolidare, ottimizzare ed automatizzare.

Va consolidato tutto quello che è consolidabile: server, storage, reti, applicazioni e data center. Questo elimina le ridondanze e migliora l’utilizzo degli asset, riducendo contemporaneamente i costi. Un consolidamento di datacenter, server e storage porta mediamente a risparmi nell’ordine del 50%. La virtualizzazione, come strumento per consolidare i server, consente di raggiungere con una certa regolarità rapporti di dieci a uno o anche superiori, per il passaggio da fisico a virtuale, e per la relativa riduzione dei consumi.

Ottimizzare: bisogna analizzare come gli asset It sono configurati e implementarli con l’obiettivo di ottenere la massima efficienza energetica. Cioè, bisogna stabilire linee guida, metriche e metodologie di tracking, concentrandosi sulle funzionalità integrate offerte da hardware e software e definire pratiche operative standard in grado di mantenere le prestazioni e di rispettare le policy nel tempo. Il tiering dello storage consente di tagliare ulteriormente i costi in maniera significativa. Dedicare storage primario, costoso e di qualità, ai dati che realmente servono tutti i giorni, e trasferire i dati di utilizzo meno immediato su storage secondario, altrettanto affidabile ma meno performance, può ridurre i costi di un altro 25%. E la deduplicazione dei dati è un altro strumento potente di riduzione del volume dei dati, soprattutto per quanto riguarda operazioni di backup.

Quanto all’automatizzazione, bisogna usare l’intelligenza del software per ottimizzare l’utilizzo dell’ambiente consolidato. Uno strato software adeguato permette di sfruttare al meglio l’infrastruttura fisica, migliorando la gestione dei dati e rendendo più semplici operazioni come il loro trasferimento, deduplicazione e archiviazione. I programmi di efficientamento dell’It non producono soltanto risparmi in termini di consumi energetici, ma diminuiscono i bisogni di spazi per i datacenter, di acquisto di server, di storage e di apparati di network; riducono il costo di impianti accessori quali il cabling, i sistemi antincendio e di raffreddamento. Portano anche ad una razionalizzazione dei processi, delle procedure, delle organizzazioni e dei sistemi, che ha per conseguenza una maggiore efficacia dei sistemi It, con livelli di servizio migliori e di maggior supporto al business.

Si tratta di progetti che possono essere realizzati con tecnologie disponibili oggi e con practice consolidate. Per Martino sono concetti semplici da comprendere, che giustificano pienamente i costi e che, oltre a supportare programmi di responsabilità ambientale, portano ad un rapido ritorno sull’investimento.

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