Symantec: quando la security diventa servizio

A colloquio con Giuseppe Verrini, responsabile Emea di Symantec. Il mercato, gli scenari, le strategie, le opportunità per un’azienda che ha scelto di focalizzarsi proprio mentre la security si fa “embedded”

È un tono abbastanza soddisfatto quello con il quale Giuseppe Verrini, alla guida delle attività Emea di Symantec, ripercorre l’ultimo anno.
“Certo – precisa subito – la crisi c’è e si sente. Però è altrettanto vero che esistono settori che malgrado la crisi riescono a crescere e addirittura crescono a tassi molto significativi”.
Va da sé che la security sia proprio uno di questi settori e che Symantec ha saputo quest’anno cogliere l’onda.
“E i risultati parlano da soli – precisa Verrini -. La capitalizzazione dell’azienda è passata da 3,5 a 6,1 miliardi di dollari e abbiamo messo a segno una crescita del 34% a livello mondiale e del 55% nella sola Europa. Da un lato devo dire che Symantec piace, perché è un’azienda estremamente focalizzata, che ha dismesso tutto quanto non ha a che fare con la sicurezza. Dall’altro lato va anche detto che siamo in presenza di un tema tecnologico, quello della security per l’appunto, che sta finalmente diventando trasversale, direi addirittura embedded in tutte le soluzioni e attività. E questo anche grazie a una diversa coscienza sulla misurazione del costo dell’investimento in security. Non si chiede più qual è il Return on Investment, ma si cerca di valutare quale perdita deriverebbe, ad esempio, da un Dos (Denial of service)”.
È evidente che quest’ultima parte del discorso di Verrini si applica perfettamente al mercato aziendale, ma la stessa sensibilità si trova anche nell’area consumer , mercato che Symantec presidia sempre con molta attenzione?
“Sicuramente. Anzi, direi che con la diffusione dell’ always on anche nelle case la protezione sia un problema più che mai reale. E lo dimostra anche l’incremento registrato nei servizi di aggiornamento . Va anche detto però che il confine tra business e consumer è sempre più labile, soprattutto laddove si cerca di classificare come utente consumer chi in realtà opera come consulente o addirittura è un dipendente di un’azienda che opera da remoto. In questi casi le problematiche di sicurezza sono esattamente le stesse che dobbiamo affrontare all’interno dell’azienda”.
In realtà, sottolinea ancora Verrini, il problema della security nelle aziende non dipende dalla dimensione dell’azienda stessa, bensì dal numero, dalla quantità e dalla criticità dei dati e delle attività che passano on line. “C’è ancora una forte opera di evangelizzazione da portare a termine. Ma crediamo di essere sulla strada giusta. Innanzitutto offrendo soluzioni fortemente integrate, che coprono tutte le aree, dall’ antivirus al firewall , dal content filtering all’intrusion detection, alla vulnerability . E l’integrazione sembra essere, anche secondo analisti quali Gartner o Idc, la strada giusta, in questo caso preferibile al “best of breed”. Ma l’area sulla quale stiamo investendo in questo momento è quella dei managed security service , ovvero servizi di sicurezza offerti alle aziende che non hanno le risorse da destinare internamente a questa tematica”.
Ai managed security services Symantec ha destinato cinque centri a livello mondiale, due dei quali in Europa (Inghilterra e Germania), che si occupano del monitoraggio completo della sicurezza, compresa anche la gestione di tutte le informazioni che derivano da ogni singolo evento.
Dando uno sguardo al futuro prossimo, sono in molti a dire che nel 2003 la parola d’ordine sarà più che mai wireless . Ma wireless e sicurezza sono un connubio possibile?
“In questo momento il wireless non è ancora un mercato “reale”. È però in rampa di lancio, in forte sviluppo, e proprio per questo non bisogna farsi cogliere impreparati. Anche in considerazione del fatto che le reti Wi-Fi sono sì reti “facili” , ma sono anche piuttosto facili da attaccare. E se il futuro vede passare attraverso il Wi-Fi informazioni e dati critici per le aziende, sarà opportuno essere pronti con soluzioni adeguate. In realtà i prodotti sono già stati rilasciati, ma finora le vendite non danno riprova di un mercato effettivo: credo sia questione di aspettare i giusti tempi di sviluppo”.
Per quanto riguarda le politiche commerciali, Symantec riconferma il proprio forte impegno nei confronti del canale indiretto.
“Dopo Accent abbiamo cancellato tutta la vendita diretta. Ma credo che non sia solo questa politica commerciale più lineare quella che oggi ci rende comunque interessanti per i partner commerciali. C’è una diversa percezione del nostro marchio, anche se devo dire che per quanto concerne l’area business è quasi più facile cambiare le numeriche. Su quell’area specifica, che comunque rappresenta ormai il 65% del nostro fatturato, c’è ancora un po’ di strada da fare per migliorare la brand awareness . Credo che ai nostri partner piaccia comunque il nostro approccio al tema della security, molto orientato alle soluzioni. E soprattutto piace la svolta che abbiamo dato alla divisione servizi, che oggi copre tre aree chiave: l’education, la consulenza e i managed services”.

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