Sql Server 2012 fa quattro cose

Le ha spiegate l’ad di Microsoft Italia, Pietro Scott Jovane: democratizza le analisi, tratta i big data, conferisce performance e sviluppa il cloud. E parla con Twitter e Facebook.

Sql Server 7 fu il database della scalabilità, come Sql Server 2012 vuol essere quello dell’economia digitale. In realtà la scalata di Microsoft all’ambito enterprise partì con la versione precedente, la 6.5, nel lontano 1997.
Pietra miliare, momento totemico, fu lo Scalability day di New York, una delle prime volte in cui Bill Gates parlò alle imprese “at large”.

Ma, insomma, stiamo parlando complessivamente di due decadi di innovazione di Sql Server.
E come sempre è accaduto per il database di Microsoft, anche la versione 2012, sul mercato ufficialmente da aprile, è un approdo logico.

Ma cosa fa o deve fare Sql Server 2012?

Lo ha spiegato sinteticamente l’ad di Microsoft in Italia, Pietro Scott Jovane: quattro cose.

Missione quadrupla
Primo: abbraccia la logica della lettura dinamica dei dati per portare la business information su un piano democratico di utilizzo. Per tutti.

Secondo: tratta i big data come il pane. Lo fa supportando Hadoop, framework oramai standard di mercato, con connettori per dati destrutturati, provenienti dagli ambienti social, e dagli open data.

Terzo: potenzia, come logico che sia, le performance sistemiche. Anche facendo leva sulle partnership, come quella con Hp, per le appliance.

Quarto: è parte e motore del cloud, non escludendo, ma integrando l’utilizzo tradizionale on premise.

Una combinazione necessaria per Scott Jovane, anzi, quasi consigliabile, ma non v’è dubbio che Sql 2012 nasca per il cloud.
E per i big data, che sono pane, si diceva per Sql ormai da tempo.

Il db ha lavorato da anni per la parte advertising e per il search engine (bing), ossia per le query analytics.
Al punto che si può dire che Microsoft poggi sui big data, li crea.
Sql, in buona sostanza, ha lavorato già per Microsoft.

Quello che vogliono i Cio
Ma anche per il mercato, stando a Scott Jovane: «una survey condotta ai primi di marzo con Netconsulting e Hp ci ha detto che i Cio investiranno in business inteligence e big data, sul cloud. Sql è in questo campo».

Ed è, per Scott Jovane, un campo aperto: «con le tecnologie di Business information oggi potrebbero nascere tante imprese. Startup abilitate dalla potenza di conoscenza di Sql. E in logica cloud, che per qualunque azienda è un elemento di liberalizzazione. Un prodotto può cambiare l’economia».

Un prodotto per l’economia digitale
Per Luca Venturelli direttore divisione server e cloud di Microsoft bisogna partire dal concetto che i dati non vivono in isolamento ma nascono già interconnessi.
Sono dati ricchi, hanno un alto valore, che portano a dire che il dato è la nuova moneta dell’economia.

Ecco perchè Sql server é un prodotto per l’economia digitale. Serve una piattaforma ripensata per affrontare questo scenario. Come la tecnologia in memory o il Bi semantic model, strumenti che per Sql sono stati creati ex novo.

La piattaforma poggia su tre pilastri: è per tutti i tipi di dati, strutturati e destrutturati aziendali e provenienti da dentro e da fuori l’azienda; ha connettività diretta verso i social media e aperta verso gli open data; i dati sono navigabili in modo immersivo, utilizzabili con gli strumenti che tutti sanno usare, Office e sharepoint, per abbassare la curva di apprendimento.

In memory
Per l’elaborazione mission critical il motore xvelocity inserito nel core di Sql server, provvede all’l’analisi in memory.
Ne risulta un’affidabilità a sei nove, con siti secondari multipli e la qualità del dato automatizzata.

Per la Business intelligence è stata migliorata la velocità di esplorazione con PowerView, che si affianca a PowerPivot, per gli insight ad hoc.
Ossia Business intelligence in modalità self service, comunque controllabile.
I Data quality services e il Bi semantic model vanno intesi come strumento unico. Per i big data, si è detto, lo standard adottato è hadoop, per dati destrutturati e real time.

E la versione cloud ha le stesse funzioni big data della versione on premise perchè volume e velocità e varietà dei dati riguardano il momento presente, serve istantaneità.

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