Social media: come istillare la fiducia nei clienti

Coinvolgimento e trasparenza. Così per Michael Buck di Dell si costruisce un brand forte nell’era di Internet e del passaparola global.

Al tempo dei social network c’era da aspettarselo. Ben rappresentato da portali comparativi di prodotti, blog e comunità online, il commercio su Internet ha, a tutti gli effetti, riportato in auge il buon vecchio modello della pubblicità tramite passaparola dove, da pc a pc, ogni cliente soddisfatto esprime la propria approvazione e ogni cliente scontento fa la medesima cosa.

Un’arma a doppio taglio che, però, se interpretata in modo corretto può trasformare critiche su prodotti e prestazioni deludenti in opportunità. Ecco che allora, per Michael Buck, director Global Smb Online Business di Dell, nell’era del Web 2.0 la portata delle comunicazioni digitali tramite il passaparola si trasforma nella possibilità di far leva sui propri clienti a scopo pubblicitario.

Come? Buck non ha dubbi e invita caldamente a evitare di “limitarsi ad assistere passivamente alle attività condotte dai propri clienti su blog e portali”. Al contrario, occorre “sfruttare attivamente queste nuove opportunità fornendo, per esempio, piattaforme proprie o coinvolgendo i clienti fin dall’inizio anche nella fase di sviluppo di un nuovo prodotto”.

Sulla base dell’esperienza di Dell portata avanti da inizio 2007 con il progetto-Website IdeaStorm, l’intento è di coinvolgere gli utenti al fine di aumentarne l’identificazione con il brand aziendale raccogliendo nelle community “ciò che le aziende stesse avranno seminato con questo atteggiamento: fiducia“.

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