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Perchè si torna a parlare di shared computing

C’era una volta il grid computing, ci sarà lo shared computing. Oggi si usa dire che la società di ospitalità più ricca del mondo non possiede camere d’albergo (Airbnb). O che l’azienda mediatica più importante del mondo (Facebook) non crea alcun contenuto direttamente.

È possibile che un giorno l’azienda di servizi cloud più potente del mondo non possieda alcun server? Quindici anni fa Xunlei, un’azienda tecnologica cinese di cui non avete mai sentito parlare, ha iniziato fornendo uno strumento di download peer-to-peer, che velocizza la consegna dei file.

Oggi, l’azienda è il numero 42 nella lista delle prime 100 aziende tech in Cina, conta marchi top tech come Xiaomi, PandaTV, e iQIYI (YouTube della Cina con oltre 500 milioni di utenti mensili) come clienti e ha avuto il dispositivo più venduto in quello che in Cina e nel mondo il giorno più importante per le vendite online quando su Alibaba sono state vendute merci per 25,3 miliardi di dollari in 24 ore.

One thing cloud, shared computing

OneThing Cloud, questo il nome del dispositivo, è la chiave del piano di Xunlei per colpire il cloud computing centralizzato tradizionale.

OneThing Cloud sfrutta le risorse It di standby dell’utente e le organizza in un’enorme infrastruttura di cloud computing.

Questa tecnologia è chiamata Shared Computing. Attraverso l’hardware intelligente autorizzato, raccoglie la larghezza di banda inattiva, l’archiviazione e le risorse di calcolo dagli utenti, e li trasforma in servizi cloud computing ad alte prestazioni attraverso la virtualizzazione multipiattaforma e a basso consumo energetico e l’invio ai nodi più vicini.

OneThing Cloud è un cloud privato per chi è in cerca di una vita digitale di alta qualità, spiega la società che fa ricorso anche a blockchain per riutilizzare le risorse inutilizzate e raggiungere un computing condiviso a basso costo. In una certa misura, questo hardware innovativo di Xunlei esemplifica l’applicazione di trasformazione di blockchain per il business to consumer.

La società ha anche introdotto il programma OneThing Rewards dove gli utenti possono guadagnare risorse digitali, LinkToken, create con tecnologia blockchain condividendo larghezza di banda, storage e altre risorse inattive. “Caratterizzato da caratteristiche di correttezza, trasparenza e resistenza alle intrusioni – spiega un comunicato dell’azienda – il sistema facilita lo scambio di risorse It condivise e garantisce che gli utenti paghino per quello che ricevono“.

 

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