Sgi introduce Origin 350, un midrange ad alte prestazioni

Il nuovo sistema utilizza processori Mips R16000 a 600 o 700 MHz e integra La tecnologia di clustering NumaFlex, progettata dalla stessa Sgi.

17 aprile 2003 Sgi, azienda specializzata in sistemi per il calcolo ad alte prestazioni (Hpc), ha annunciato un nuovo sistema, un computer midrange a quattro processori Origin 350 che va così a completare una gamma popolata da Sgi nel corso degli ultimi sei mesi per rinnovare i precedenti sistemi Unix e avviare il discorso Linux. Origin 350 utilizza processori Mips R16000 a 600 o 700 MHz e va a sostituire il precedente modello 300, basato su quattro Mips R14000 a 600 MHz. La tecnologia di clustering progettata da Sgi, NumaFlex, consente di configurare fino a 32 processori integrati in sistemi Origin 300 o 350 in un unico grande server a memoria condivisa. Il processore R16000, chiamato in codice “N0”, è stato progettato da Sgi ma la fabbricazione è affidata al partner Nec, che utilizza una tecnologia a 11 nanometri, su otto strati di rame. Un modulo a quattro vie Origin 350 supporta da 1 a 8 GB di memoria e come anticipato può supportare quattro slot di espansione Pci-X. In confronto, il modello 300 non superava i 4 GB di Ram e due slot di espansione. Ciascun nodo a quattro processori può essere interconnesso a un altro attraverso i NumaLink Expansion Module a otto porte. Considerando che Origin 300 utilizzava cpu a 500 o 600 MHz è lecito attendersi progressi compresi tra il 14 e il 40% in termini prestazionali.

Il nuovo sistema è solo una tappa del lungo percorso tracciato da Sgi per i suoi sistemi di fascia media e alta.

L’anno prossimo, Sgi presenterà il nuovo processore Mips “N1”, commercializzato probabilmente con la sigla R18000. Il chip conterrà due unità a virgola mobile, contro la singola unità delle precedenti versioni, una unità add/store aggiuntiva, memoria cache di secondo livello on-chip, cache directories di secondo e terzo livello on-chip e un nuovo bus interno con larghezza di banda quattro volte superiore alle attuali. Sgi prevede di realizzare due versioni, a singolo e doppio core dell’N1 utilizzando una architettura da 11 nanometri a nove strati. In teoria un N1 a core duale potrebbe raggiungere una potenza di picco di 6,4 gigaflop, quattro volte il livello raggiungibile con un R16000 a 700 MHz. I server Origin edizione 2004 avranno rendimenti di picco da 820 gigaflop per rack e potranno contare su una nuova versione della tecnologia Numa, NumaLink 4. Alla fine del 2005 o verso l’inizio del 2006 dovrebbero arrivare i processori “N2” o R20000. Con una frequenza di clock di 1 GHz, anche la versione a singolo core del chip sarà in grado di raggiungere gli 8 gigaflop, che raddoppieranno nella versione a core duale.

Sgi non fa affidamento su questa sola famiglia di macchine. A inizio anno è stato introdotto il supercomputer Linux su Itanium Altix 3000, a 64 vie. Si tratta di macchine basate sulle stessa tecnologia di clustering dei sistemi Origin. La versione più potente, l’Altix 3700 può passare da 4 a 64 processori per nodo, a scelta tra chip Itanium 2 900 MHz con 1,5 MB cache di terzo livello o a 1 GHz con 3 MB di cache L3. Le versioni di Itanium 2 Madison e Montecito arriveranno a metà 2003 e nel 2005.

In assoluto, la macchina Sgi più potente è però l’Origin 3900, un server che può arrivare a 1.024 processori e 2 TB di memoria condivisa in una singola system image.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome