SBALombardiaLab: l’imprenditore torna al centro

Presentato presso Regione Lombardia, il progetto nato per approfondire il confronto tra micro e piccole medie imprese, associazioni e istituzioni si declina in laboratorio permanente sui temi dello Small Business Act monitorandone, al contempo, proposte e risultati concreti.

Sono senz’altro i numeri snocciolati da Gian Domenico Auricchio, in qualità di vicepresidente Unioncamere Lombardia, quelli che hanno tenuta desta l’attenzione, se non per la modalità espositiva, per la portata del loro contenuto in occasione dell’incontro di presentazione di SBALombardiaLab.

Per comprendere meglio la portata di un progetto nato per pianificare l’applicazione dello Small Business Act presentato a giugno 2008 dalla Commissione europea e di cui il Governo italiano ha approvato una Direttiva di attuazione il 4 maggio del 2010, una chiave di interpretazione l’ha data la semplice constatazione che, in Lombardia, stando al registro delle Imprese delle Camere di Commercio, le micro e piccole imprese «sono 706.874, ossia il 17,5% dell’intero universo delle imprese italiane».

Lombardia terra di Mpmi
E al di là del rilevante numero di persone impiegate al loro interno, «pari a 2 milioni e 700mila lavoratori, ossia il 20,1% delle persone occupate a livello nazionale», il dato che più giustifica il monitoraggio dello Sba in Lombardia è quello che, sempre per bocca del referente regionale di Unioncamere, evidenzia come «il peso delle Pmi in Lombardia sia pari all’85% del numero totale delle imprese attive sul territorio lombardo, rispetto a una media nazionale del 76%».

Ma non solo, visto che alla presenza di Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea intervenuto all’incontro in Regione, il dato da ricordare è anche quello che vede «le piccole e medie imprese lombarde rappresentare il 3,5% del totale delle Pmi europee».

Un altro elemento a favore delle realtà di micro e piccola dimensione che operano in Lombardia è, poi, il dinamismo imprenditoriale «che, nel triennio 2009-2011 è risultato maggiore sia rispetto al resto delle Pmi italiane, sia al totale delle imprese attive sul territorio regionale», anche se l’andamento delle tre classi dimensionali evidenzia un ragionevole minor dinamismo delle micro imprese.

Peccato che, per la prima volta dal 2009 a oggi, l’export che, non solo secondo Auricchio, «è stata una grande risorsa per le aziende di casa nostra, e per le imprese lombarde in particolare», abbia arrestato la propria corsa.

Un laboratorio, un cruscotto e un rapporto dettagliato della situazione
Così, in attesa che i dati sull’export vengano ufficializzati tra una decina di giorni, quel che resta dell’incontro di ieri è soprattutto la ricetta ribadita da Andrea Gibelli, vicepresidente di Regione Lombardia che, forte dell’esperienza in qualità di presidente della Commissione delle Attività Produttive alla Camera, ha sottolineato l’importanza di «rimettere gli imprenditori al centro del dibattito sul riposizionamento delle imprese, sulla loro crescita e sviluppo, al di là del familismo e del nanismo con i quali il sistema imprenditoriale italiano è, da sempre, identificato».

Anche per questo, declinato in tre livelli di attività, il progetto che sottende a SBALombardiaLab prevede un laboratorio permanente per lo Small Business Act Lombardo, un cruscotto per l’attuazione dello stesso e un Position Paper nel quale si raccomanda una certa linea d’azione.

Se il primo è lo strumento per l’approfondimento di tematiche di interesse identificate sotto forma di focus group per le Pmi «da trasferire ai cosiddetti policy maker affinché siano identificate ipotesi di sviluppo e progetti di consolidamento da trasformare in politiche concrete», il cruscotto è lo strumento per monitorare l’attuazione effettiva dello Small Business Act in Lombardia.

Infine, il Position Paper è l’atto conclusivo del progetto del laboratorio che avrà il compito di presentare ai decisori pubblici proposte di intervento concrete e attuabili riguardanti la normativa regionale, i provvedimenti di carattere amministrativo, la destinazione di risorse e i nuovi interventi di incentivazione.

Fatti, non proclami
«Ecco che allora – ha concluso Gibelli – lo Small Business Act va interpretato in maniera coerente rispetto a decisioni come lo Statuto delle Imprese approvato all’unanimità dalla Camera dei deputati, che l’ha declinato in legge (la n. 180 del 2011 – ndr), e a tutta una serie di strumenti licenziati da Regione Lombardia».

Il riferimento, tra gli altri, è all’iniziativa Assessorato Itinerante che, da ottobre 2010 a oggi, ha permesso all’Assessore all’industria, artigianato, edilizia e cooperazione Gibelli, di visitare quasi 150 imprese lombarde. Ma anche al progetto realizzato in collaborazione con Finlombardia che, denominato CreditoAdesso, è stato lanciato lo scorso 9 gennaio per la concessione di finanziamenti chiamati, in compartecipazione con il sistema bancario convenzionato, a soddisfare il fabbisogno di capitale circolante connesso all’espansione commerciale di micro e piccole e medie realtà che operano da almeno due anni sul territorio lombardo.

A riprova che, oggi più che mai, «la logica di Regione Lombardia è di evolvere da un sistema di eccellenza a un sistema organizzato di eccellenza seguendo quel tema di rete di imprese che, senza venir declinato in un mero strumento per intercettare risorse pubbliche, punta a consentire al singolo imprenditore di mantenere la propria individualità imprenditoriale all’interno di un processo utile a rafforzare il proprio sistema delle conoscenze e di accedere a nuovi mercati condividendo costi e informazioni».

L’internazionalizzazione del business si fa anche così.

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