Rai Way, tra banda larga e vendita

L’azienda che gestisce i ponti radio della Rai potrebbe essere essenziale nella banda larga per tutti, meno se se ne cede una parte ai privati. Nel caso, speriamo senza regali.

RayWay possiede e gestisce i ponti radio della Rai, che ne ha il 100%. La sua struttura potrebbe permettere anche l’erogazione di internet wireless gratis in Italia.
L’azienda, impegnata anche in sedi normative e regolatorie, è un asset strategico e tecnologico di prim’ordine in assoluto, e ancor di più nell’attuale fase di irrobustimento delle infrastrutture italiane. Negli ultimi 5 anni sono stati investiti 350 milioni di euro, e altri investimenti sono previsti per i prossimi anni.
Il premier Renzi, impegnato a trovar risorse e a riorganizzare il sistema, ha chiesto uno sforzo ingente anche alla Rai, chiedendo alle casse della Tv pubblica un contributo di 150 milioni di euro. La sua richiesta si poggia su due elementi: da un lato economie e riorganizzazioni, dall’altro la cessione di Rai Way.
La quotazione teorica di Rai Way non è indifferente: secondo fonti de Il Messaggero tra 0,8 e 1 miliardo di euro. Il progetto di collocazione in borsa prevede una prima parte in vendita già entro l’anno, con l’obiettivo di incassare 300 milioni.
Secondo il Fatto Quotidiano questa collocazione in borsa rischierebbe di diventare una svendita: il prezzo verrebbe fissato a soli 600 milioni di euro, un regalo per i privati che acquisirebbero le quote in vendita. Va detto che all’estero strutture analoghe hanno un capitale misto, ma anche una concorrenza particolarmente agguerrita sul territorio nazionale.
Roberto Fico del M5s, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, non ci sta: “dovrebbe protestare tutto il Paese che si vede portare via un asset strategico come Raiway”, dice, ritenendo essenziale che l’asset resti a totale controllo pubblico.


Questioni di Agenda digitale

La questione Rai Way potrebbe impattare a breve sulla diffusione della banda larga pianificata entro il 2020: l’Italia non dispone né di infrastruttura né di programmi adeguati, ma l’entrata in gioco di Rai Way potrebbe sistemare molte cose. Impostare una ristrutturazione interna della Rai, da sempre invocata, non è certo questione semplice né di breve termine. L’eventuale collocazione di quote di Rai Way sarebbe una prima toppa, ma difficilmente escluderebbe un tentativo di dieta da imporre alla tv pubblica.
D’altro canto l’effetto mediatico dell’erogazione di internet gratis in tutta Italia, rievocato in questi giorni (ma già se ne parlò prima della legge Gasparri), è forte. Se normativamente appare quasi impossibile, tecnicamente sarebbe lunghissimo da realizzare su ampia scala. Certamente singole iniziative a favore di zone non servite o di singoli interessi sarebbero possibili ed anche semplici, ma i risultati sul sistema Paese sarebbero ridotti.

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