Google non ha ottemperato alle richieste congiunte di sei Garanti europei per la privacy. Per questo ciascuno di loro, quello italiano incluso, si muove con una istruttoria individuale per accertare possibili violazioni.
C’è una promessa non mantenuta alla base dell’istruttoria aperta da Garante per la Privacy italiano nei confronti di Google con l’obiettivo di acquisire elementi definitivi per stabilire se la società rispetti o meno la disciplina sulla protezione dei dati personali e se i dati in suo possesso vengano trattati coerentemente con gli obblighi e i principi di pertinenza, necessità e non eccedenza e con il consenso informato degli utenti.
L’azione prende origine dallo scorso mese di ottobre con l’entrata in vigore delle nuove privacy policy della società di Mountain View.
In quella occasione i Garanti per la protezione dei dati personali di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna chiesero spiegazioni formali a Google per verificare l’ottemperanza delle nuove policy con quanto previsto dalla Direttiva europea sulla protezione dei dati (Direttiva 95/46/CE), per arrivare poi all’ulteriore richiesta alla società di apportare nei successivi quattro mesi una serie di modifiche alle regole, così da garantire ”la conformità dei trattamenti alle disposizioni vigenti”.
Malgrado l’impegno, Google non ha a oggi adottato alcuna delle misure previste: per questo motivo, ciascuna delle sei authority procede a ulteriori accertamenti, evidentemente distinti se pure ”in stretto coordinamento tra loro”.
Secondo il presidente dell’Authority Antonello Soro, l’azione dei Garanti mira a riaffermare il principio secondo il quale ”Google non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell’Unione europea vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue”, arrivando a ribadire che non devono esistere ”zone franche in materia di diritti fondamentali”.
Da parte sua Google, con una nota ufficiale così commenta la notizia: “La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.
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