Home Potenzialità e impatti etici dell’AI, nel libro del fondatore di Ammagamma

Potenzialità e impatti etici dell’AI, nel libro del fondatore di Ammagamma

Quali sono gli impatti concreti e potenziali dell’AI sulla vita delle persone, nei processi delle aziende e all’interno delle comunità più estese? L’AI è un soggetto che prenderà il controllo delle nostre vite, oppure è un oggetto al nostro servizio che occorre imparare a usare con attenzione?

A queste domande cerca di dare una risposta all’interno del suo nuovo libro “L’intelligenza artificiale non esiste. Per una concezione umanistica della tecnologia di cui tutti parlano”, Fabio Ferrari, fondatore e presidente di Ammagamma, società che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per le aziende.

Edito da Il Sole 24 Ore, il nuovo libro – disponibile in tutte le librerie e sui tradizionali canali digitali a partire dal 19 maggio – accompagna il lettore in un viaggio che dura da dieci anni e che ha al centro l’idea di fare dell’intelligenza artificiale uno strumento al servizio delle persone.

AI fabio ferrari

Dialogo intorno agli impatti etici dell’AI

Tra esperienze e riflessioni maturate sul campo, l’autore porta l’attenzione su alcuni quesiti fondamentali e decisamente centrali in quello che è il dibattito odierno sul rapporto tra uomo e macchina, e cerca di fornire una risposta, attraverso un dialogo articolato con alcune tra le voci più autorevoli nel mondo accademico, manageriale e imprenditoriale sulla scena italiana e internazionale.

Il libro vede infatti il contributo di: Alfonso Dolce, AD di Dolce&Gabbana, Stefano Venier, AD di Snam, Alberto Calcagno, AD di Fastweb, Monica Poggio, AD di Bayer Italia, Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice Generale di Banca d’Italia, Sabina Leonelli, Docente di Filosofia e Storia della Scienza alla University of Exeter, Turing Fellow presso Alan Turing Institute di Londra, Direttrice dell’Exeter Centre for the Study of the Life Sciences, Alberto Mantovani, Immunologo e Direttore Scientifico IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Barbara Carfagna, giornalista RAI, Gianna Martinengo, Fondatrice e CEO di Didael KTS, Paolo Benanti, una delle voci più autorevoli sul rapporto tra intelligenza artificiale ed etica.

La prefazione del libro è affidata a Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, e la postfazione è a cura di Luciano Floridi, professore ordinario ed esperto di Filosofia ed Etica dell’Informazione presso l’Università di Oxford, nonché una delle voci più autorevoli nel campo della filosofia contemporanea.

Il libro include anche un’interessante conversazione con Federico Faggin, padre del primo microprocessore al mondo, e affronta il complesso rapporto che sussiste oggi tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, indagando la contrapposizione tra coscienza e calcolo, tra utopia e distopia.

Da questo racconto a più voci ne emerge un quadro articolato e ricco di spunti, in cui etica e mediazione tra cultura umanistica e cultura scientifica ricorrono frequentemente, e all’interno del quale si fa strada il pensiero dell’autore: l’intelligenza artificiale non esiste senza l’intelligenza creativa che la elabora.

Come scrive Ferrari: “Creare, interpretare e prendere decisioni sono le nostre abilità distintive, si tratta di deleghe che non dobbiamo concedere alle macchine, nemmeno nel momento in cui le macchine saranno capaci di accettarle. Nel giorno in cui questa ipotesi remota dovesse prospettarsi, maturità e dibattito dovranno averci insegnato a respingerla. Per questo oggi, è così importante parlarne. L’intelligenza artificiale non è invulnerabile e, anzi, non è neppure intelligente. Ma dietro di sé ha l’ingegno umano di chi l’ha costruita. Conoscerne le logiche (e i limiti e i divieti) è il primo necessario passo per metterla in condizione di portare valore alle nostre vite”.

Il libro è disponibile anche in versione digitale ed è prenotabile online.

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