Palm e Handspring: all’orizzonte si profila la fusione?

Ridda di voci, ma Handspring smentisce. L’ipotesi, però, non è malvista dagli analisti

Schizzano le azioni di Handspring e Palm, che nella seduta di lunedì hanno guadagnato addirittura il 50 e il 18% rispettivamente, in seguito a una ridda di voci che le vorrebbero prossime alla fusione. Ridimensionati gli andamenti alla immediata smentita da parte di Handspring, la questione di fondo però resta: è solo fantasia o l’ipotesi trova un qualche possibile riscontro nella realtà?

Negli ultimi mesi entrambe le aziende hanno puntato su politiche commerciali fortemente orientate al prezzo, nel tentativo di incoraggiare gli acquisti dei loro prodotti in un periodo di stanca del mercato. Ma nel contempo erano (e restano) molti gli analisti che si domandano se e fino a quando le due società riescano a sopravvivere da indipendenti. Un merger, si suggerisce, consentirebbe ad entrambe di ridimensionare i costi e concentrarsi sullo sviluppo di nuovi prodotti.

Palm, il cui Ceo Yankowski ha rassegnato le dimissioni l’8 novembre scorso, controlla il 52% del mercato e ha dalla sua un brand name tale da reggere il confronto con big player del calibro di Compaq o Hp. Della sua capacità di restare indipendente si è speculato a lungo, e negli ultimi 12 mesi la si è vista di volta in volta corteggiata da Dell, Gateway e persino da Ibm.

Da parte sua, Handspring si sta ritagliando un ruolo di tutto rispetto con il lancio della nuova generazione di apparati ibridi, che combinano cioè funzionalità di computer palmare, telefono cellulare, web browser ed e-mail.

Che cosa le unisce? Innanzitutto il forte commitment su questo mercato, in secondo (ma non ultimo) luogo l’essere legate entrambe al sistema operativo Palm.

Sarà solo speculazione?

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