Online e turismo: i consigli di Google

“Fatevi trovare in rete” dice il responsabile della area travel dei motori di ricerca. Che aggiunge…

Con i chiari di luna che attraversa l’economia, il turismo non se la passa tanto bene. Le aziende del settore entrano in sofferenza, tra i clienti c’è chi riduce i giorni di vacanza, chi rinuncia del tutto, chi trova il giusto compromesso, magari andando fuori stagione. Insomma, ci si arrangia. Però, la crisi non è per tutti. Per esempio, il turismo online sembra avere in questo frangente caratteristiche anti-cicliche.


I motivi? Presumibilmente allo zoccolo duro di naviganti affezionati, si aggiungono molti turisti “tradizionali” che sul web contano di trovare un’offerta molto ricca, all’interno della quale selezionare l’occasione risparmiosa, magari quella dell’ultimo minuto.

“Il turismo online è un’opportunità, che però il sistema turistico italiano non sfrutta appieno”. Parola di Roberto Brenner, industry leader automotive & travel di Google, che lancia un messaggio alle aziende turistiche italiane di tutte le dimensioni: sul web la sola presenza non basta, bisogna capire sui milioni di siti dove passano i propri utenti.
E snocciola una serie di consigli preziosi, che è poi il lavoro che Google fa coi clienti che vogliono “darsi” al web. Il primo step è “farsi trovare dove c’è traffico”, il secondo scegliere la visibilità più efficace per il proprio asset. Per esempio? “Il motore di ricerca, pur essendo condiviso coi competitor, ha il suo punto di forza negli investimenti proporzionali alla capacità di spesa”.

Un vantaggio non da poco per la Pensione Maria, metafora della piccolissima azienda del settore. Il quarto step sta nell’essere presenti online anche per aumentare le vendite offline (il 30% circa degli utenti ricerca online e compra offline). Il quarto parte dalla constatazione che “non tutto il nuovo paga” (che fine ha fatto Second Life?), per cui occorre monitorare il Roi dei singoli strumenti web. Infine, la costruzione di una relazione diretta con la clientela. Ed ecco l’idea di Google: far incontrare sulla propria piattaforma di marketplace la domanda (gli italiani cercano voci turistiche 17 milioni di volte al giorno) e l’offerta. “Un sistema ad asta – afferma Brenner – libero e democratico, dove vince chi fa l’offerta migliore”.

Nella parte destra della schermata del Pc compaiono i link sponsorizzati, quelli per i quali Google, in collaborazione col cliente (agriturismo, camping, albergo,…) ha pensato e realizzato una campagna appeal. Le campagne sono strutturate per rispondere all’esigenza di ogni singola azienda: avere la sola visibilità, essere associata a una parola chiave, generare traffico, informare e basta, fare anche e-commerce. Da questi siti, Google trae il suo ricavo. Quanto costa al cliente? “Nulla, se nessuno clicca. Al contrario a ogni clic viene corrisposto un compenso a Google. Come si vede, è il mercato che definisce il livello del prezzo”.

Nella parte superiore della pagina web consultata dall’utente compaiono, con lo sfondo colorato, i siti premium, vale a dire i collegamenti sponsorizzati che vantano uno “storico di campagne molto positivo”. In ogni caso, il sistema è aperto a tutti, anche alla Pensione Maria di cui sopra, che va su Google, si apre un accout, in due minuti crea una campagna per conto proprio e la gestisce in modo del tutto autonomo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome