Si chiama “open mobile architecture” ed è un’iniziativa promossa dall’azienda finlandese intorno alla quale ha riunito molti operatori di telefonia mobile. Obiettivo? Sviluppare software compatibili e servizi di massa
Se ne è fatta promotrice Nokia, ma vi hanno già aderito i principali operatori della telefonia mobile. Si tratta di una iniziativa, lanciata sotto l’egida di “open mobile architecture”, con la quale la società finlandese si è posta l’obiettivo di dar vita a un gruppo di lavoro concentrato sulla definizione degli standard e lo sviluppo dei servizi di mobile Internet.
Economie di scala, disponibilità globale, definizioni non-proprietarie sono le parole chiave intorno alle quali Nokia è riuscita a mettere d’accordo aziende quali Motorola, Siemens, Sony Ericsson Mobile Communications, Ntt DoCoMo e Vodafone. In sostanza, le aziende che hanno aderito all’iniziativa e le altre che vi si aggiungeranno si sono impegnate a sviluppare software compatibili con le specifiche già diramate da enti di riferimento quali Wap Forum o 3Gpp (Third Generation Partnership Project). I prodotti saranno indirizzati al potenziamento dei servizi offerti su reti Gsm con add-on Gprs e sulle prossime reti 3G.
Come primo esempio della collaborazione promossa nel quadro della “open mobile architecture”, Nokia si è impegnata a dare in licenza alcune componenti software da lei sviluppate ad altri produttori a lei concorrenti. L’obiettivo è farne un paniere comune, dal quale tutti possano attingere per dar vita a un mercato di servizi davvero di massa.
L’iniziativa varata da Nokia di fatto si pone in netta contrapposizione con quanto finora fatto da aziende quali Qualcomm o Microsoft, la prima promotrice di una tecnologia di terza generazione diversa da quella utilizzata dalla maggior parte degli operatori Gsm europei e la seconda da tempo impegnata a far accettare universalmente la tecnologia wireless proprietaria da lei sviluppata.
Il rischio per Nokia? Sicuramente quello di rendere più bassa la soglia di ingresso al mercato alle aziende a lei concorrenti. Ma se l’iniziativa dovesse aver successo, i volumi giustificheranno il rischio.
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