Telefonia 3G, tra dubbi e incertezze

Non sono ancora in commercio i dispositivi a supporto della tecnologia Utsm, che già si comincia a parlare di quarta generazione. Ma i problemi legati a terminali e reti restano.

La battaglia per l’affermazione di nuovi standard nell’era mobile non si combatte solo a livello di applicazioni per la telefonia di terza generazione. Così, mentre vendor come Nokia, Alcatel, Siemens ed Ericsson concordano nel dichiarare vincenti quei
servizi che nell’era delle tecnologie Gprs e Umts sapranno coniugare personalizzazione dei servizi all’utente, localizzazione e disponibilità immediata, gestori come Tim riportano l’attenzione su un’altro tipo di perplessità. «Partire dalle esigenze degli utilizzatori finali per cogliere
preziosi suggerimenti per le applicazioni future ha senz’altro un senso – ha
infatti affermato Roberto Pellegrini, responsabile della divisione Business di
Tim -. Ciò non toglie che le maggiori incognite per il decollo delle
applicazioni di seconda e terza generazione, dedicate all’utenza corporate, sono
legate allo sviluppo e all’effettiva disponibilità dei nuovi terminali.
Unitamente a questo, non bisogna dimenticare che occorre realizzare una
copertura di rete capillare dell’intero territorio e fornire risposte concrete
alle esigenze di mobilità evolute. Tutte cose che, a oggi, stanno avvenendo con
notevole ritardo. In più, le applicazioni già attive sui terminali Gprs e Umts
sono, a tutti gli effetti, appannaggio “virtuale” degli utenti finali, non di
quelli aziendali».
Gli attori chiamati in causa per realizzare tutto ciò sono
numerosi. Allungandosi la catena del valore diventa difficoltoso azzardare
previsioni sul futuro dei nuovi dispositivi. L’ideale – sembrano concordare
gli attori del mercato coinvolti – sarebbe fissare un unico standard che
permetta agli utenti finali di fruire dei futuri servizi a prescindere dal tipo
di terminale scelto.
Ma dove sono questi terminali? «A oggi – sottolinea
Pellegrini – la realizzazione delle reti viaggia a rilento rispetto alle
promesse di qualche anno fa. Occorrerebbe ricordare ai vendor che senza
dispositivi non si sviluppano le reti. Allo stesso tempo, senza le reti non è
possibile testare i terminali. Se poi si considera che il rilascio delle
frequenze utilizzabili dai gestori per erogare i servizi sono in mano ai
regolamentatori, il quadro delle complessità è
completo».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome