Next generation network l’evoluzione infrastrutturale per la broadband

Il contributo che presentiamo in questa pagina è frutto di una collaborazione tra Lineaedp e gli Osservatori Ict & Management della School of Management del Politecnico di Milano. www.osservatori.net

Il valore “universale” dell’accesso a Internet a banda larga è oggi unanimemente riconosciuto, così come è stato nel passato per l’elettricità, l’acqua corrente e la telefonia: la connessione alla Rete è divenuta diritto imprescindibile per la totalità dei cittadini/utenti, in quanto abilita la fruizione di servizi a valore aggiunto e socialmente utili che sempre più costituiscono un fattore essenziale per lo sviluppo della “Società dell’Informazione”.

Tuttavia, l’evoluzione dell’infrastruttura digitale che garantisca la connettività ha preso nel tempo strade differenti, determinando una ramificazione delle soluzioni disponibili. Per risolvere questa “divergenza tecnologica”, da alcuni anni gli organi internazionali di standardizzazione dei sistemi di comunicazione hanno introdotto l’articolato concetto di “Next Generation Network” (Ngn): una architettura integrata e flessibile, basata su Ethernet, protocollo Ip e commutazione a pacchetto, in grado di supportare molteplici tipologie di servizi erogate su diverse categorie di reti di trasporto.

Le caratteristiche tecnologiche delle Ngn presentano significativi impatti strategici per gli attori del mercato Tlc, quali l’abilitazione di offerte “quadruple play” (che integrano servizi voce fissa, voce mobile, video e dati), l’indipendenza dei service provider dalla rete di erogazione dei servizi, la maggiore apertura delle reti e l’ulteriore spinta alla convergenza fisso-mobile. A tendere, la stessa logica che distingue gli operatori sulla base della natura dei loro asset fissi o mobili potrebbe perdere di significato, lasciando spazio a classificazioni legate alla tipologia di servizio offerto o al segmento di clienti servito.

Ciò nonostante, questo scenario appare ancora lontano dall’avverarsi: il cammino verso la piena convergenza e l’implementazione delle reti di nuova generazione non sarà lineare né istantaneo. Nel breve-medio termine continueranno a coesistere diverse alternative infrastrutturali per l’accesso alla banda larga e ai servizi da essa abilitati, seguendo una dialettica “competizione-convergenza”. Oltre alle reti fisse, basate su diverse tecnologie (tra tutte, la xDsl e la fibra ottica), l’accesso a Internet ad alta velocità passerà sempre di più attraverso la rete mobile: il mobile Internet si sta affermando anche in Italia, grazie alla concomitanza tra sviluppo tecnologico delle reti e lancio di offerte di mercato convenienti per connettersi da telefono cellulare e laptop. A queste due soluzioni, si aggiunge il possibile ruolo giocato dallo standard WiMax, che porta con sé la promessa, a oggi ancora non mantenuta, di risolvere la questione del digital divide infrastrutturale, garantendo la copertura di aree scarsamente popolate a fronte di investimenti limitati.

Una panoramica complessiva su questo percorso di evoluzione tecnologica mostra una situazione eterogenea tra le diverse nazioni: da un lato, gli stati tecnologicamente avanzati, ove l’evoluzione delle reti ha avuto un andamento più lineare, concentrano ora i loro sforzi sul trovare una corretta mediazione tra le tecnologie disponibili (fisse e mobili, di nuova generazione e non); dall’altro, i paesi con reti meno evolute hanno paradossalmente il vantaggio di poter saltare alcune fasi del processo di sviluppo, investendo direttamente nelle nuove soluzioni integrate.

Focalizzandosi sul nostro paese, emergono stati di avanzamento differenti a seconda dei comparti infrastrutturali considerati: se l’Italia mantiene una posizione di leadership mondiale nella telefonia mobile (dove l’installazione delle reti 3G può dirsi conclusa con successo, e sono in corso le prime valutazioni per una migrazione verso il paradigma “Long Term Evolution” o 4G) la diffusione della banda larga fissa non ha ancora raggiunto i tassi registrati in altre nazioni europee a noi comparabili, e l’introduzione del WiMax è a uno stato pressoché embrionale.

Nonostante l’arretratezza mostrata globalmente da alcuni segmenti, a livello locale si riscontrano interessanti iniziative di integrazione ed evoluzione delle varie alternative di rete disponibili.

In sintesi, l’introduzione delle Ngn porta ancora con sé molteplici tematiche aperte: il finanziamento del servizio universale nelle aree “a fallimento di mercato”, per l’eliminazione del digital divide; la ricerca del compromesso tra obiettivi di mercato degli attori coinvolti (tra tutti, l’operatore dominante) e la visione strategica della Società dell’Informazione promossa dal Governo; la definizione degli equilibri di potere tra Stato e mercato nella guida del processo di transizione; e non ultima, la sensibilizzazione dei cittadini e della Pubblica amministrazione nei confronti del valore dei servizi abilitati dalla banda larga.

Queste tematiche appaiono trasversali rispetto alle dimensioni tecnologiche, strategiche, sociali e culturali: e non potrebbe essere altrimenti, tenendo presente il carattere estremamente pervasivo che connota le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

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