Come ampliare la banda, risparmiando

Le tecnologie disponibili sul mercato per le infrastrutture di nuova generazione

Alcuni fra i principali vendor di apparati di Tlc, da noi intervistati, fanno il punto sul comparto delle Ngn, illustrando le strategie che stanno attivando per aiutare operatori e aziende a migrare verso le reti ottiche di nuova generazione. Alcatel-Lucent ha siglato un contratto biennale col Politecnico di Milano per la ricerca su tecnologie di trasmissione a 100 Gb/s, su reti metropolitane in tecnologia Wdm (Wavelength division multiplexing) per applicazioni metro access, e su reti multiservizio. Marco Gaeta, direttore Solutions & Marketing dell’azienda, premette che le infrastrutture in fibra sono indispensabili per le comunicazioni fisse ad accesso ultra veloce e per quelle mobili di nuova generazione (4G). Nel caso delle reti Ngan, la tecnologia Ftth, dice, è la soluzione preferibile per i vantaggi in termini di risparmio sui costi operativi (Opex) nel lungo periodo e la possibilità d’integrare facilmente le evoluzioni tecnologiche. Le architetture Fttc e Fttb vanno comunque tenute in considerazione qualora la tecnologia Ftth non si riveli la soluzione ottimale a causa delle difficoltà d’implementazione. Ricorda, poi, che il 70% del costo totale delle reti Ngan è legato alla realizzazione dell’infrastruttura di accesso passiva, costituita dai cavidotti e dalle fibre ottiche: «Essa rappresenta la vera infrastruttura non replicabile, sia per gli elevati costi, sia per la mancanza di spazio ove vi fosse un significativo mercato di operatori interessati». Gaeta aggiunge anche che oggi la rete d’accesso presenta una molteplicità di situazioni differenti, con largo uso del doppino in rame, e la via tecnologica alle Ngan deve prevedere soluzioni adatte a ogni specifico caso.

Piattaforme aperte

Per Diego Zucca, manager Systems Engineering Telco & Digital Media di Cisco Systems, l’accesso basato su fibra dev’essere a prova di futuro e valorizzare l’investimento iniziale, attraverso un’architettura con adeguate garanzie di capacità e bidirezionalità della banda dedicata per utente, di bassa latenza e scalabilità. Nelle Ngan non potranno nemmeno mancare funzioni di accesso alla supervisione e controllo dei vari flussi: «La rete dovrà essere una piattaforma aperta ed “equal access”, con la massima flessibilità al servizio della comunicazione-collaborazione di nuova generazione». Far evolvere le reti d’accesso verso l’ultra broadband significa, poi, un’analoga evoluzione a livello di backbone e aggregazione. «Abbiamo tre direzioni d’intervento: la prima è la semplificazione del backbone attraverso la riduzione del numero di livelli di connettività e la realizzazione di un’unica rete Ip convergente, appoggiata su layer ottico (Ip over Dwdm, ndr). La seconda è la valorizzazione degli investimenti iniziali attraverso l’utilizzo di piattaforme “long-lasting” progettate per un’evoluzione conforme alle esigenze future. La terza è una strategia architetturale di “edge” (periferia della rete, ndr) con servizi a valore aggiunto, basata su piattaforme multiservizio convergenti e indipendenti dal tipo di accesso (Dsl, fibra, wireless) e dal segmento di mercato indirizzato, business o consumer».

Maurizio Tondi, responsabile marketing e sviluppo business Italia di Italtel, pone invece l’accento sul fatto che nel valutare la realizzazione di una Ngan in una realtà eterogenea come quella italiana è importante considerare non solo le tecnologie abilitanti per le comunicazioni fisse (fibra ottica, Gpon e via dicendo) e mobili (3G, Wimax, Lte, e così via) e le scelte architetturali che meglio si adattano alle diverse realtà territoriali (Fttx, wireless), ma anche la capacità d’integrazione in rete di apparati e tecnologie multivendor.

«La realizzazione di una Ngn – dice Tondi – non è semplicemente la creazione di un’infrastruttura di accesso: è un progetto impegnativo e complesso, che può avere ricadute sull’intero Sistema Paese e dev’essere in grado, da un lato, di soddisfare le crescenti esigenze di servizi innovativi per cittadini e imprese e, dall’altro, facilitare l’interoperabilità e la gestione della rete». In questo senso, la soluzione Italtel punta a soddisfare entrambe le esigenze e a creare un ecosistema favorevole allo sviluppo di servizi per l’utenza affari e consumer: quindi cloud computing, Hd-Iptv e modelli di fornitura dei servizi basati sul paradigma Saas.

Ericsson, che si definisce un vendor globale, mira a soddisfare la richiesta di banda larga sulle infrastrutture di Tlc fisse e mobili attraverso un’architettura “full service broadband” basata su due tecnologie chiave: per le reti fisse la fibra Gpon (Gigabit passive optical network) e per quelle mobili Hspa (High-speed packet access). «Nell’area mobile stiamo portando avanti il progetto per la connettività a 28 Mb/s» spiega Giancarlo Di Bernardo, a capo della business unit Networks di Ericsson in Italia e con competenza per l’area Sud-Est Europa. La società, infatti, sta introducendo quest’ultima sulla rete mobile di Telecom con le prime installazioni ultra-broadband a Milano, con velocità che raggiungeranno i 28 Mb/s in download e i 5,8 in upload e poi, sarà avviata la copertura a livello nazionale. «Ma – precisa Di Bernardo – abbiamo già dimostrato la fattibilità di reti con connettività a 42 e 56 Mb/s». Nel settore ultra broadband mobile, l’intenzione è quella di incrementare progressivamente la banda facendo evolvere le reti Hspa verso Lte (Long-term evolution) cioè la 4G.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome