Networking: quando conviene virtualizzare

Analisi dei contesti in cui la virtualizzazione apporta i maggiori benefici e impatta a livello di rete. La visione di Extreme Networks.

Extreme Networks con una nota ha sottolineato come sia necessario per le aziende, prima di intraprendere qualunque progetto, valutare se il ricorso alla virtualizzazione possa avere realmente un impatto positivo sul fronte delle risorse, dei costi e dell’efficienza energetica in campo It; tale valutazione dovrà riguardare necessariamente anche le conseguenze sulla rete.

Per il Pre-Sales System Consultant Southern Europe della società, Marco Pinna, nel momento in cui si ricorre alla virtualizzazione per utilizzare efficacemente le risorse, è bene avere presenti alcuni elementi che vanno al di là del server, come la rete.
Anche se le risorse server inutilizzate disponibili sono sufficienti, laddove la rete non disponga della giusta capacità o di una funzionalità atta a gestire il traffico virtualizzato, alcuni dei vantaggi della virtualizzazione potrebbero venire meno.

Uno dei maggiori benefici offerti dalla virtualizzazione consiste nella possibilità di sfruttare al meglio le risorse in eccesso, quali ad esempio la Cpu, la memoria e le funzioni di rete.
I server non virtualizzati in genere utilizzano infatti un limitato 15-20% della loro capacità effettiva.
Extreme Networks evidenzia dunque come l’hosting gestito e i grandi data center aziendali siano i primi contesti in cui prendere in considerazione un progetto di virtualizzazione: in questi ambienti, infatti, si registra generalmente un eccesso di capacità, sotto forma di risorse o server inattivi, e la virtualizzazione può portare a una sensibile riduzione dei costi.

La virtualizzazione in questi contesti può portare anche a un incremento della resilienza e della ridondanza di una rete. Infatti, scollegando dall’hardware sottostante il sistema operativo di rete e tutte le applicazioni da esso supportate, la virtualizzazione permette di spostare i workload applicativi in caso di errore, disaster recovery o cicli di aggiornamento pianificati; in questo modo aumenta l’uptime delle applicazioni e le imprese sono in grado di rispettare i loro Service Level Agreement applicativi.

A livello di rete, una potenziale criticità associata alla virtualizzazione di questi ambienti va individuata nella scarsa disponibilità di strumenti generalmente a disposizione degli amministratori di rete per gestire le Vm e risolvere eventuali criticità.
Le macchine virtuali sono infatti abitualmente create, attivate, spostate e disattivate dinamicamente attraverso strumenti controllati dagli amministratori dei server.

Se gli ambienti di hosting gestito e i grandi data center aziendali sono da considerare contesti da privilegiare in termini di virtualizzazione, per contro Extreme Networks sottolinea come essa non sia indicata negli ambienti di High Performance Computing (Hpc), in cui le applicazioni sono progettate per funzionare alla massima capacità: in questi contesti, dunque, non si contemplano generalmente eccessi di risorse sufficienti per giustificare la virtualizzazione.
Queste applicazioni, infatti, assorbono risorse (Cpu, memoria, rete) e richiedono una percentuale importante delle funzioni di calcolo e di rete su base continuativa.

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