Microsoft: nell’occhio del ciclone ora c’è Passport

Reo di non essere conforme alle leggi sulla privacy, che regolamentano i servizi Internet in cui viene richiesto agli utenti di rilasciare i propri dati personali, il programma di casa Microsoft è stato indagato dalla Ftc statunitense

12 agosto 2002 Passport dovrà essere più
sicuro. Il programma di casa Microsoft, sotto accusa perché ritenuto facile
preda degli attacchi di qualche malintenzionato della Rete, sarebbe stato
‘rivisitato’ dalla società stessa che, proprio negli scorsi giorni ha raggiunto
un accordo con il Governo degli Stati Uniti, che farà da supervisore al servizio
Internet indagato. Già indagato dalla Commissione europea, quest’ultimo, lo ricordiamo, permette ai singoli utenti di
registrare i propri dati personali in un unico contenitore, che può essere
utilizzato per essere riconosciuti su una serie di siti Web. Peccato che la
registrazione – anche del numero della propria carta di credito – sia destinato
a rimanere in memoria per diverso tempo su una pagina online visitabile da
tutti. Questo, in primis, il motivo dell’intervento della Federal Trade
Commission, impegnata a indagare sulle misure di sicurezza utilizzate dalla
società di Bill Gates per proteggere i dati degli utenti che utilizzano il
servizio in questione.

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