Manugistics sonda la cultura europea in materia di supply chain

A tale scopo, la società statunitense, che fornisce soluzioni di Enterprise Profit Organization, ha promosso un’indagine per stabilire il grado di conoscenza, dei top manager europei, delle soluzioni in uso per la gestione dell’intera catena del valore.

12 giugno 2002 Portare, entro la fine del prossimo
anno, l’attuale presenza sul mercato Europeo da un +24% a una quota non
inferiore al 30%. Questo in soldoni l’obiettivo espresso da Terry Austin,
president delle european operations di Manugistics, società statunitense che
fornisce soluzioni di Enterprise Profit Organization (Epo). E in
tale ottica andrebbero lette le ultime acquisizioni della società, ma
soprattutto la survey realizzata allo scopo d’indagare il grado di conoscenza,
da parte dei top manager del Vecchio continente, delle applicazioni per la
gestione dell’intera catena del valore. Lo scopo, neanche a dirlo, la diffusione
delle proprie soluzioni per gestire il rapporto con i fornitori, pianificare e
ottimizzare l’intera supply chain, ma anche pricing e ricavi.


Ma veniamo all’indagine

Condotta
presso un campione rappresentativo costituito da 345 aziende di medio-grandi
dimensioni dislocate presso tredici Paesi europei, la survey ha indagato il
grado di conoscenza e applicazione degli acronimi in uso nell’universo It. Del
campione di top manager intervistati – 30% Ceo e Coo, 45% alti dirigenti e 30%
responsabili tecnici – il 35% era costituito da clienti Manugistics, il restante
65% da non clienti. Senza troppa sorpresa, la Supply Chain
Management
(Scm) la sigla più conosciuta, correttamente definita nel 58%
dei casi, e adottata dall’81% delle aziende rispondenti. Meno conosciuti gli
altri acronimi che si riferiscono ai processi di Supplier Relationship
Management
(Srm), Pricing Revenue Optimization (Pro)
ed Enterprise Profit Optimization (Epo). 
Ma se, in
definitiva il grado di conoscenza mostrato dal top management intervistato
risulta soddisfacente, l’Italia conferma un paradosso di cui da tempo, ormai,
siamo a conoscenza. Nel nostro Paese la percentuale dei responsabili aziendali
che sostengono di utilizzare tecnologie avanzate per interagire con i propri
fornitori è decisamente alta. Peccato che, scendendo a un grado di profondità
ulteriore nell’indagine, coloro che hanno risposto in maniera affermativa, in
realtà, utilizzano strumenti tecnologici come la posta elettronica. Un fattore,
quest’ultimo, che ci accomuna però al resto d’Europa, visto che nonostante la
disponibilità di soluzioni collaborative di Scm basate su Internet, l’e-mail, il
fax e il telefono continuano a essere gli strumenti maggiormente utilizzati
dalle grandi aziende europee per comunicare le proprie richieste ai fornitori.
Ritorno degli investimenti e servizio ai clienti gli elementi sui quali puntare
per sensibilizzare la domanda di mercato per le nuove soluzioni
applicative.


 

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