La Spagna frena ma innovando si guadagna

Incentivi fiscali alle imprese e polo tecnologico della Cantabria: rischi e opportunità dell’economia iberica in un recente convegno presso Assolombarda

La Spagna dal boom economico alla decelerazione iniziata nel 2007: per investire in questo paese, tra rischi e opportunità, lo spirito d’osservazione è il principale alleato dell’imprenditore. Ad ammonire i manager italiani è intervenuto, in un recente convegno organizzato dall’Assolombarda a Milano, Mauro D’Onofrio, responsabile sviluppo Spagna della società 4Tempi, specializzata nei rapporti commerciali tra i due stati. Tecnologia e innovazione, mixate agli incentivi fiscali, continuano ad attirare nuove aziende, in particolare nella regione della Cantabria.

Innanzi tutto, è vietato pensare al mercato iberico come un fac-simile del nostro: gli spagnoli, al pari degli italiani, sono dei cultori dei loro prodotti nazionali e godono di vaste autonomie regionali. Quindi, sarebbe molto difficile soddisfare una vasta platea di consumatori affidandosi a un solo distributore. Inoltre, la Spagna trova un punto di forza nel settore dei servizi. D’Onofrio cita così la metafora dell’Everest, nel senso che, per conquistare la vetta (il mercato madrileno) bisogna prepararsi adeguatamente, come si farebbe prima di partecipare a una spedizione in montagna. Altrimenti, il ritardo è assicurato.

Mercato e incentivi
L’economia spagnola sta frenando. I dati della Camera di commercio italiana per la Spagna, segnalano che il Pil iberico è cresciuto meno delle previsioni (+1,8%) nel secondo trimestre 2008, soprattutto a causa di un rallentamento della domanda nazionale. Impiegare capitali a Madrid e dintorni, insomma, richiede prudenza. Il valore del Made in Italy è sempre riconosciuto, ma la penetrazione commerciale dipende anche da una corretta politica di marketing. Ogni soluzione offre pro e contro: chi sceglie i distributori, dovrebbe affidarsi a più agenti per le diverse realtà regionali. Alla conoscenza del territorio, fa da contraltare una gestione indiretta, spesso in competizione con gli altri marchi presenti nella cartellina degli agenti.

L’apertura di una filiale può essere un’idea vincente, in particolare per chi è lungimirante e intende approfittare dei prezzi degli affitti. Al vantaggio del controllo diretto bisogna affiancare, in negativo, le spese iniziali e quelle per mantenere attiva la filiale, oltre alla formazione del personale. Partnership e acquisizioni garantiscono velocità operativa e un bacino di clienti, scontando una certa complessità nell’adattamento tra società diverse. Lo stato, inoltre, concede vari incentivi fiscali alle imprese, come il credito d’imposta per investimenti in tecnologie innovative (28% nel 2007).

Se gli investimenti oltrepassano la media dei due anni precedenti, il beneficio sale al 46% per la parte eccedente. La somma dei crediti non può, comunque, superare il 35% del debito dovuto alle imposte dell’azienda. Le Pmi con fatturato inferiore a otto milioni di euro, invece, possono sfruttare ammortamenti accelerati per immobilizzazioni materiali, a condizione che la forza lavoro aumenti rispetto alla media dei 24 mesi precedenti e che tale incremento sia mantenuto nei 24 mesi successivi. L’imposta sul reddito delle società, nel 2008, è pari al 30% della base imponibile (nel 2007 era del 32,5%).

Opportunità in Cantabria
La Cantabria, nel nord della Spagna, sta puntando molte energie sugli investimenti stranieri, tanto che il suo capoluogo, Santander, sta realizzando un vasto parco tecnologico e scientifico da oltre 50 milioni di euro e una superficie di 237mila metri quadrati. Il centro rientra nel piano regionale 2006-2010 promosso dal governo della Cantabria, che intende impiegare il 2% del Pil in questo progetto. Un’opportunità in più, sommata agli incentivi fiscali, per le aziende impegnate in ricerca e sviluppo. Terreno fertile grazie anche alla vitalità della regione, punto di partenza per mercati esteri sia in Europa sia oltre oceano, i cui settori trainanti riguardano i pezzi per le automobili, industria del ferro e acciaio, chimica e agro alimentare. La dinamicità dei trasporti e della formazione universitaria aggiunge un po’ di pepe alle risorse delle aziende.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome