La rotta di Dell verso il cloud

La società ha sperimentato su se stessa i nuovi paradigmi. Una transizione in 4 fasi che ha portato la spesa IT di manutenzione legacy dall’80% al 48% del budget. Una nuova offerta basata su hardware e servizi.

Un viaggio verso il cloud. Dell ha sperimentato su se stessa i nuovi paradigmi del computing sulla nuvola  e a consuntivo un dato è sicuramente interessante: la spesa dedicata alla manutenzione dei sistemi legacy è passata dall’80% al 48% del budget. Specularmente gli investimenti dedicati ai nuovi progetti e all’innovazione sono passati dal 20% al 52%.

Le quattro fasi per arrivare al cloud
Un viaggio che la società ha logicamente suddiviso in 4 tappe: “il primo è la standardizzazione – ha spiegato Antonio Apollonio, Services Sales Executive di Dell -. Dei 60 miliardi di dollari di fatturato globale di Dell, il 97% si basa su sistemi x86. Pochissime isole sono rimaste su sistemi proprietari”.

La standardizzazione permette di passare al secondo punto: la semplificazione. “Semplificare vuol dire consolidare” commenta Apollonio. “Abbiamo ridotto il numero di applicazioni del 66%, sostituito i sistemi periferici con singole istanze globali e virtualizzato il più possibile. In questo modo sono stati ridotti i sistemi da monitorare”.

Secondo i dati forniti, con la virtualizzazione Dell è riuscita a eliminare 6.000 server. “Abbiamo ribaltato il ragionamento: non ci chiediamo se un’applicazione fisica possa essere virtualizzata. Le applicazione sono tutte virtualizzate e solo se assolutamente necessario rimangono fisiche”.

Quando i punti da monitorare sono pochi è più facile introdurre meccanismi di automazione e qui arriviamo al terzo punto. “L’ambiente eterogeneo è per sua natura un freno all’automazione. Al contrario se ho pochi oggetti e per giunta standardizzati, si può spingere l’automazione ai massimi livelli. In Dell per esempio abbiamo una sola immagine client per 130.000 posti di lavoro. Il deployment di un server si fa in poche ore, non in giorni”.

Il quarto e ultimo passo è il cloud vero e proprio. “Giusto per dare un esempio, ci sono 30.000 sales professional Dell che usano il sistema Crm SalesForce in modalità cloud. Il Crm è ovviamente integrato con le altre applicazioni Dell, ma la sua fruizione avviene totalmente dalla nuvola”.

Ovviamente la strada non è esente da ostacoli. “Il cloud – bisogna essere onesti e trasparenti – non è la soluzione a tutti problemi It” continua Apollonio. La sicurezza e la disponibilità sono questioni fondamentali da affrontare con un atteggiamento pragmatico e step by step.

Due approcci: evolutivo e rivoluzionario
Dell propone due tipi di percorsi verso il cloud: uno di tipo evolutivo che è la naturale conseguenza della virtualizzazione, il secondo più “rivoluzionario”. “Nel primo caso – spiega Fabrizio Garrone, Solution Manager di Dell – ci si sposta verso il cloud mantenendo le proprie applicazioni tradizionali in un’ottica di virtualizzazione. Le applicazioni avranno un proprio ciclo di vita e la virtualizzazione all’interno di un cloud privato permetterà di misurarne l’utilizzo e di ridistribuire i costi fra le varie divisioni”.

Se in questo caso si riusano le applicazioni che si hanno giàin casa , nell’approccio rivoluzionario si parte sostanzialmente da zero. L’idea è che le aziende possano già pensare e disegnare le nuove applicazioni in un contesto cloud.

L’offerta hardware e di servizi
Come?  Dal punto di vista dell’offerta hardware,  la novità di Dell si chiama Vstart. Si tratta di un rack che comprende server, storage e network, proposto in un unico pacchetto. Viene offerto in due taglie: per ospitare 100 o per 200 machine virtuali VmWare. “Poco importa dove risiede questo sistema – commenta Garrone -. Può stare presso il cliente o presso l’outsourcer. E’ un pacchetto autoconsistente che ha solo bisogno del “bocchettone” per la connessione alla rete aziendale”.

Oltre che sull’hardware, che ha fatto la storia di Dell, la società punta ora molto anche sui servizi, soprattutto quelli che riguardano l’It Management. L’obiettivo è fornire soluzioni di virtual desktop o software as a service (e-mail sicurezza, online backup e via dicendo).

Gli obiettivi sono ambiziosi: Dell ha messo sul piatto 1 miliardo di dollari da investire in 10 nuovi data center in tutto il mondo (3 in Europa: 1 a Dublino già inaugurato e gli altri due a Parigi e Francoforte).

Parallelamente, la società continua nella politica di acquisizione iniziata nel 2008 e che prevede 8-9 acquisti nel corso dell’anno.

Si tratta di acquisizione mirate che vogliono portare nuove competenze all’interno dell’azienda: gli esempi più eclatanti sono SecureWorks, specializzata nella security e risk consulting e Boomi, focalizzata sui tool di integrazione.

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