Un investimento personale, lo ha definito il Ceo di Amazon, che h amandato un messaggio di rassicurazione a dipendenti e lettori: i valori saranno preservati. Si cercheranno nuovi percorsi di innovazione.
Dopo 80 anni, passa di mano la proprietà del Washington Post.
La famiglia Graham, che ne ha retto le sorti dai primi anni del secolo scorso, lascia la proprietà di uno dei più influenti quotidiani degli Stati Uniti, il quotidiano che fece esplodere il caso Watergate negli Anni Settanta, nelle mani di Jeff Bezos, fondatore e Ceo di Amazon, che ha accettato di sostenere a tal fine un investimento di 250 milioni di dollari.
Un passaggio che, secondo alcuni osservatori, sembra il preludio di una nuova ridefinizione del panorama informativo internazionale: il calo degli investimenti pubblicitari e la riduzione del numero dei lettori sono i due elementi che stanno mettendo in predicato la sopravvivenza di alcune testate storiche, che in assenza di nuove iniezioni di liquidità finiscono per chiudere o cedere parte dei loro asset, come è accaduto solo pochi giorni fa con il New York Tmes, che per 70 milioni di dollari ha ceduto la proprietà del Boston Globe.
Anche in questo caso, la decisione di cedere deriverebbe da circostante di pur natura finanziaria.
Sarebbe stata Katharine Wymouth, nipote del Ceo Donald Graham, a caldeggiare l’operazione, dopo aver attentamente esaminato le prospettive economiche della testata.
Il problema, riportano le cronache statunitense, non sarebbe stata la sopravvivenza del quotidiano, quanto il suo rafforzamento.
E da questa considerazione è partita la ricerca di un investitore, con il supporto della banca di investimenti Allen & Co, che opera in veste di advisor in questa operazione.
Secondo quanto avrebbe dichiarato Graham, il nome di Bezos sarebbe stato fatto dalla stessa banca di affari e quasi a sorpresa, il Ceo di Amazon si sarebbe fin da subito mostrato e dichiarato interessato alla cosa, senza neppure discutere l’entità della cifra richiesta.
Da parte sua, Bezos ha tenuto a chiarire alcuni punti fondamentali.
In primo luogo, la natura del suo investimento è del tutto personale.
In un messaggio pubblico (qui in versione integrale), poi, ha tenuto a rassicurare dipendenti e lettori della sua intenzione di preservare il valore giornalistico della testata, ”che gioca un ruolo strategico sia a Washington sia in tutta la nazione. Per questo i valori del Post non cambieranno”, pur puntando a varare per il quotidiano un nuovo percorso di innovazione.
”Ci saranno cambiamenti – ha scritto nel suo messaggio – che non sarebbero stati possibili senza una nuova proprietà. Dovremo inventare e questo significa che dovremo sperimentare”.
Insieme al quotidiano, Bezos acquista anche gli asset di Express, The Gazette Newspapers, Southern Maryland Newspapers, Fairfax County Times, El Tiempo Latino e Greater Washington Publishing, ma appare chiaro che l’interesse principale di analisti e osservatori è proprio sul Post.
La decisione di Bezos ha colto un po’ di sorpresa i commentatori, che non hanno mai attribuito al magnate, che figura al diciannovesimo posto nella classifica Forbes delle persone più ricche del mondo, particolari interessi politici, a parte un pubblico personale impegno a campagne liberiste.