Ing: il cloud è arancione

Il Cto, Albert van Veen: partire piano per poi accelerare. Rimanendo in Europa, però. Un esempio di consolidamento che si chiude con un assunto: il cloud aumenta la sicurezza.

Albert van Veen, Cto e responsabile dell’allineamento It per Europa e Asia di Ing, realtà finance, assicurativa e di asset management olandese, ha scoperto e affrontato il tema cloud nel 2006.

Ha iniziato a implementarlo, nell’anno seguente, per l’area real estate (all’epoca di sua diretta responsabilità come Cio) ed è stato un esempio per tutta la realtà.

«Meglio partire da una small entity – ci ha detto -. La chiave per far passare bene il concetto cloud è dimostrare di sapere dove sono i dati nel momento esatto in cui serve. Per una grande organizzazione è francamente più difficile. È per questo che abbiamo fatto un accordo per avere un cloud europeo».

Per Van Veen il passaggio al cloud è coevo di un processo di consolidamento dei datacenter.
Nello specifico, nel 2009 impostò un primo step, per passare da 16 a 13 strutture. La seconda fase, quella del 2011, ha portato a 6 i datacenter, mediante un consistente ricorso al private cloud.
Sinteticamente: incorporando i sistemi x86 e Aix, virtualizzazione desktop per 11mila utenti interni e per 6.600 server.

Si ha la sensazione, quindi, che van Veen interpreti la consolidation in logica progressiva, rivedendo il piano a seconda della disponibilità tecnologica.

E il legacy, che nel settore finance ha un certo peso, che fine fa? «Gestire quelli complessi – ci dice – può essere un problema, anche per via del costo. Nulla osta, però, limitarli in un’area, intendendoli come un libro da conservare, ma chiuso. Si investe in altro».

Si parlava di evoluzione tecnologica. Tenerla sotto controllo è compito del Cio.
«Influisce molto – dice van Veen -. Ma dipende dalla tipologia dei prodotti, se sono destinati a utenti interni o ai clienti».

Quindi anche la relazione con i fornitori impatta. «Noi ne abbiamo quattro strategici. Possiamo dire che abbiamo una linea rossa con loro, e ci fanno da broker di tecnologia».

Una tecnologia che deve trasmettere l’idea di fondo centrale: essere sicura. E compliant. C’è un problema regole da conoscere?
«Si, e sono regole differenti, mutevoli, a volte non chiare. Per questo la nostra scelta è: stiamo in Europa».

Una regola valida erga omnes, quantomeno nel settore finance? Non per forza, dipende dalle scelte imprenditoriali. Il messaggio che van Veen si sente di indirizzare ai colleghi italiani ed europei in materia di cloud è «non abbiate paura. Procedete passo passo, tenendo d’occhio le regole. Nel mondo finanziario non abbiamo bisognosi ulteriori crisi».

La sicurezza, insomma? «Nel cloud è importante il come e non il se. Di fatto, il cloud non toglie sicurezza, ma obbliga a farla. Semmai, quindi, la aumenta».

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